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Quo vadis?

Regia di Mervyn Le Roy vedi scheda film

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La recensione su Quo vadis?

di sasso67
6 stelle

Più che un film, uno dei "momenti" della storia del cinema, uno di quelli che, chi ha l'età per farlo, si ricorda. Ricorda di quando "si doveva" andare a vederlo, ricorda Ursus e i cristiani mandati tra le fauci dei leoni.

Al di là del racconto, assai retorico e girato secondo modi vecchio stile, con un fastidioso retrogusto di storia fatta con i luoghi comuni: con Nerone annoiato e vanaglorioso, stupido, più che malvagio, ma mal consigliato; con Tigellino vile e dedito alle trame di palazzo; con Petronio epicureo e giudizioso; con Seneca rassegnato stoicamente a sopportare le ubbìe del suo padrone; con i cristiani votati al martirio, accettato con gli occhi fissi al cielo e così via, quello che conta è che Quo vadis (la domanda posta dall'apostolo Pietro a Dio stesso, "Quo vadis, Domine?") è un film a suo modo capostipite. Presenta, infatti, una serie di "prototipi" cinematografici, che saranno ampiamente utilizzati in seguito, dalla scena di massa del trionfo, al banchetto con tanto di musici e danzatrici, dall'inseguimento a bordo delle bighe all'incendio di Roma, alla scena nell'anfiteatro, dove i cristiani sono dati in pasto alle belve (altrove si avranno i combattimenti gladiatori). Per questo, il film di Mervyn LeRoy conta più per i suoi aspetti esteriori che per il suo contenuto.

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