Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Una storia di insolita preveggenza sull’impazzimento della televisione, che prima sacrifica la morale al sensazionalismo, e poi finisce per preferire, alle esigenze stesse dello spettacolo, le squallide logiche del profitto. Essa detiene attualmente un potere seduttivo rimasto incontrastato, a dispetto dell’abnorme sviluppo tecnologico avvenuto nel mondo delle comunicazioni. La televisione esce vincente perfino dal confronto con internet, temibilissimo rivale, che, però, a causa della sua ampia diffusione e facile accessibilità, non può vantare quel carattere “esclusivo” che rende, ancor oggi, l’apparizione sul piccolo schermo un privilegio di pochi eletti. Esso gode del magico vantaggio della “simultaneità”, che amplifica a livello nazionale, se non mondiale, l’ebbrezza provata dall’attore sul palcoscenico, moltiplicata per i milioni di persone che seguono, tutti insieme, uno stesso evento. Inoltre, la sua scarsa manipolabilità - limitata alla sola facoltà di premere il tasto del telecomando per cambiare canale - ne accentua il ruolo dominante nei confronti dello spettatore, che si lascia così passivamente indirizzare nelle scelte, condizionare nei gusti, possedere nella coscienza. Questo film di Sidney Lumet è abilissimo nel regalare, ad ogni personaggio, la breve illusione di un potere che la televisione, entità sfuggente e terrificante, inevitabilmente si riprende: la sua continua corsa al rinnovamento è una forma furiosa di ingordigia, che prima trascina, poi travolge, e, infine, annienta, chiunque creda di poterla sfruttare a proprio beneficio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta