Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Ennesima variazione sul sottogenere aero-catastrofico, qui tutto giocato sull’action thriller. Protagonista assoluto Liam Neeson, che non si perde un’inquadratura. D’altronde siamo all’interno di una cabina di un aereo diretto da New York a Londra in cui il protagonista Bill Marks, agente dei Federal Air Marshal, inizia a ricevere sms anonimi e ricattatori. Così, se non riuscirà a far versare 150 milioni di dollari su un conto bancario, ogni 20 minuti si troverà morto uno dei passeggeri che avrebbe dovuto proteggere. Naturalmente, all’inizio, i noti problemi di alcolismo di Bill («My Name Is Bill», come il Wilson cofondatore negli Stati Uniti degli Alcolisti Anonimi) non fanno prendere in reale considerazione l’annunciato pericolo ma poi, quando i viagiatori iniziano a cadere come i dieci piccoli indiani, la situazione precipita e ormai sembra tardi per intervenire. Prodotto da Joel Silver (questo il suo primo progetto con Universal dopo i 25 anni con Warner) e diretto dallo spagnolo Jaume Collet-Serra, che in tandem con Liam Neeson (abbastanza convincente in questa fase della carriera) aveva già lavorato a Unknown Senza identità e ha appena finito di girare Run All Night, Non-Stop, a differenza del titolo, viaggia su binari intervallati da frequenti déjà vu, che resistono nonostante l’offerta spasmodica di false piste e di indizi per illudere gli spettatori di giocare ai detective.
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