Regia di Robert Altman vedi scheda film
Opera anomala nella filmografia d Altman,incursione cerebrale nella fantascienza adulta,Quintet narra di un mondo completamente coperto dai ghiacci in cui i pochi esseri umani sopravvissuti vivono nel sottosuolo,si riproducono per clonazione,vanno in giro bardati con pesantissimi abiti cinquecenteschi.I più fortunati di loro,quelli più in alto nella scala gerarchica passano il tempo impegnati a giocare al gioco che dà il titolo al film.Un gioco in cui la posta in palio è la vita di chi perde.La glaciazione climatica è in esatta corrispondenza con la freddezza delle relazioni tra i vari protagonisti:se Essex (Newman) alla ricerca(coronata) di un fratello porta con sè una donna in stato avanzato di gravidanza di cui si prenda cura,le relazioni interpersonali tra i vari membri dell'umanità variegata che vediamo sono regolate solo dai principi del quintet,quindi una lotta senza esclusione di colpi per la sopravvvivenza.A mio parere questo film non è un capolavoro ma merita di essere riscoperto:fu un insuccesso al botteghino perchè agli antipodi dall'estetica alla Star Wars(uscito al cinema neanche due anni prima) e più vicino come concezione alla fantascienza colta di Tarkovskij e del suo Solaris.C'è una certa similitudine con quache episodio "filosofico" della prima stagione di Spazio 1999 e anche qualche tratto in comune con Stalker ma dubito che Altman lo conoscesse all'epoca che girò questo film.E'un opera inquietante in cui la cinepresa inquadra tutto con angolazioni spesso sghembe con i bordi dell'immagine sfocati,come se stessimo guardando il tutto atttraverso il fondo di un bicchiere.Nei rari esterni Altman fa uso abbondante del campo lunghissimo per accentuare il senso di solitudine dell'uomo in mezzo a ghiacci senza fine.Il cast è internazionale ,fa un certo effetto vedere Newman mostro sacro made in Hollywood assieme a due pesi massimi europei come Gassman e Rey .Complessivamente è un film di difficile lettura,statico,succede pochissimo,lunghe sezioni sono commentate solo dalla partitura musicale ossessiva.Alla fine non sono riuscito a capire quali fossero le regole del gioco:ma non è importante.Come dice Fernando Rey nella parte finale del film l'essenza del gioco è l'adrenalina che ti trafigge il cuore pompando sangue nelle vene per avere l'energia necessaria per continuare.Colui che vince è quello che riesce a smettere di giocare.Ed Essex vinta la sua partita in mezzo ai ghiacciai punta verso nord dove non ci dovrebbe essere nulla...chissà....
uno de suoi film meno conosciuti,una delle sue regie più "sperimentali"
è sempre un bel vedere
non è il suo genere e un po'si vede
notevole
non male
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