Trama
Il quarantenne musicista Antoine decide improvvisamente di porre fine alla sua carriera artistica. Dopo aver vagato senza meta per diversi giorni, viene assunto come custode di un edificio residenziale. Mathilde, una delle inquiline da poco andata in pensione, scopre una crepa nel suo appartamento e la sua preoccupazione per un eventuale crollo semina il panico nei condomini. Sebbene preoccupato che Mathilde possa scivolare nella follia, Antoine sviluppa una passione per lei che dà vita a un'amicizia goffa, impacciata ma solida, che sarà d'aiuto a entrambi.
Approfondimento
PICCOLE CREPE, GROSSI GUAI: UN'INSOLITA AMICIZIA
Diretto da Pierre Salvadori e scritto dal regista con David Colombo-Leotard, Piccole crepe, grossi guai racconta l'incontro e l'amicizia insolita tra due anime sole: il quarantenne Antoine e la pensionata Mathilde. Antoine, un musicista che ha deciso improvvisamente di porre fine alla sua carriera, dopo vari giorni di vagabondaggio senza meta accetta il lavoro di custode di uno stabile di Parigi, edificio nel quale vive l'ormai in pensione Mathilde, una donna che scoprendo una crepa nel muro del soggiorno cade vittima del panico legato a un possibile crollo. Lentamente, Antoine sviluppa una sorta di predilezione per Mathilde e per il suo lento scivolare verso la follia, creando un legame che, tra ansie e preoccupazioni, diventa sempre più solido ma anche divertente e imbarazzante.
Costruito attorno al personaggio borderline di Mathilde, Piccole crepe, grossi guai pone al centro delle vicende la follia della donna, avvelenata dalle informazioni, dalle cattive previsioni e dalle terribili profezie, che quotidianamente assorbe e non è in grado di gestire. L'unico posto in cui Mathilde si sente sicura è il cortile del palazzo, un rifugio nel quale ritirarsi e nascondersi dalla società circostante e dai suoi pericoli. A farle da controparte è ovviamente l'ansioso Antoine, che nel rinunciare alla sua carriera da musicista ha posto una tregua con la sua fantasia e ha instaurato una relazione meno dolorosa e sofferta con la realtà, ricorrendo sovente a un farmaco calmante che gli dà sollievo.
DUE PERSONAGGI 'BUONI'
Preoccupandosi a vicenda dell'altro, Mathilde e Antoine sono compassionevoli e sviluppano un'empatia, che permette a entrambi di assorbire il dolore reciproco e di elevarsi a sinonimo di bontà, un tema sempre caro e ricorrente nelle opere di Salvadori. Per il regista, d'altronde, bontà e gentilezza sono qualità che trascendono l'esistenza e rivestono gli individui di una dimensione poetica e magica, donandogli un tocco di brio e una diversa idea del mondo. Questo non implica però che i personaggi non siano caratterizzati da alcuni tratti negativi, come per esempio l'aggressività e la violenza che colgono a tratti Mathilde, regalando con i suoi paradossi dei toni da commedia all'intero film.
Con un finale preannunciato sin dall'inizio, Piccole crepe, grossi guai sceglie la via della tragicità e la palesa nel momento in cui Mathilde, tornando con i piedi per terra, realizza di non poter essere in alcun modo d'aiuto ad Antoine, la cui vita si spegne gradualmente dal momento in cui ha scelto di smettere di fare musica. A interpretare i due protagonisti sono gli attori Catherine Deneuve, per cui il film è stato scritto appositamente, e Gustave Kervern.
Note
Gustave Kervern, comico e regista francese che in coppia con Benoît Delépine ha firmato i cult Louise-Michel e Mammuth, qui è protagonista assoluto, il cuore impacciato di un universo condominiale pervaso dall’ansia e da un maldestro sentimento comunitario: poche battute bofonchiate, fisicità ingombrante e diversità irriducibile, porta con sé una dose edulcorata dello straniamento che dietro la macchina da presa è la sua cifra. Dando vita con Deneuve a un passo a due dolente e misurato, manuale in forma di commedia amara su come stuccare le crepe della vita.
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Storia singolare e delicata. Un po' più di ritmo non avrebbe guastato
commento di Artemisia1593Commedia molto amara che riesce ad affrontare la questione della depressione con un tatto notevole, segno di una buona sensibilità da parte degli autori. I due protagonisti sono in palla e la messa in scena delicata rende piacevole il film, che riesce a evitare ogni senso di pesantezza eccessivo, pur non perdendo di mira la serietà della questione
commento di silviodifede