Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Povero Peter Jackson, ci si metta nei suoi panni: ha in mano un libro dal quale sarebbe logico trarre non più di due film, ha l'ombra di Guillermo del Toro che incombe minacciosa, c'è la pressione della trilogia precedente che ha portato a casa diciassette Oscar. Viene presa la decisione di aggiungere molti personaggi, alcuni tratti dal Signore degli Anelli, altri inventati di sana pianta, espandere notevolmente la vicenda, modificare e trasformare molti passaggi e dilatare a dismisura la battaglia dei cinque eserciti, che sul libro occupa sì e no un paio di paginette. Le decisioni sono quasi tutte logiche, motivate, efficaci e condivisibili (del resto non si tratta di un film d'essai ma di un blockbuster), a parte due errori, uno lieve e l'altro marchiano. L'errore lieve è stato eliminare il "personaggio" del tordo che rivela a Bard l'esistenza del "Tallone d'Achille" di Smaug, la versione del film regge poco e si è persa l'occasione per una scena che sarebbe stata sicuramente interessante. L'errore enorme è stato invece saltare a piè pari che cosa ne sia stato della Arkenstone e della divisione del tesoro di Smaug, e i funerali di Thorin, questo è veramente imperdonabile. La battaglia è in verità tirata troppo per le lunghe, in particolare le sequenze nella città di Dale, la cui scenografia è sub par.
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