Regia di José Alcala vedi scheda film
Questo film sconosciuto in Italia e snobbato dal pubblico francese (poco più di 130.000 spettatori nelle sale) rappresenta secondo me un’autentica perla nel panorama del genere « polar », nonché un momento importante nella fulgida carriera di Catherine Frot. La vicenda si svolge a Sète, porto turistico e ridente cittadina della Costa Azzurra, celebre anche per aver dato i natali al grande cantautore Georges Brassens. Questa immagine da cartolina non trova posto in quello che resta pur sempre un agglomerato di provincia ai giorni nostri : periferia povera, immigrati clandestini, traffici illegali e sfruttamento della prostituzione extracomunitaria. E’ la realtà in cui lavora il capitano di polizia Fabienne Bourrier, energica cinquantenne, minuta e di poche parole. Non è sposata, vive con l’anziana e malandata madre e con un gatto che cordialmente detesta. La sua routine non si può dire esaltante. Controlli di documenti, trasferimenti presso il commissariato, qualche rimpatrio di clandestini. Solitudine e molti bicchieri di vino rosso. La sua grigia esistenza viene scossa il giorno del suicidio di una prostituta dell’Est eurpeo, che aveva interrogato poche ore prima. Per il suo superiore il caso è banale e da archiviare al più presto. Fabienne è di tutt’altro parere, ha scoperto che la donna aveva un figlio di quattro anni, che era minacciata da una rete di sfruttatori. Vuole vederci chiaro e avvia una sua personale indagine, che la condurrà a confrontarsi come persona e non come poliziotta con la dura realtà dell’emarginazione, della miseria suburbana, del multirazzismo e della multireligiosità. Nel frattempo, sua madre morirà (nella scena in cui ne scopre il cadavere, in poltrona davanti alla televisione accesa, Catherine Frot supera se stessa).
« Polar » ? Il film è molto più drammatico e sociale che poliziesco, anche se Catherine Frot conferisce al suo personaggio un’aura degna di Humphrey Bogart. Piccola statura, gabardine, sguardo carismatico, battuta secca, simpatia per l’alcool. Un registro inusuale per una delle mie attrici francesi preferite, nota soprattutto per le sue inimitabili commedie.
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