Regia di Alberto De Martino vedi scheda film
Erano circa 10 anni che tentavo di vedere questo dimenticato film di Alberto De Martino che per motivi sparsi non ero mai riuscito ad acchiappare. Ed ecco così che in una notte di fine estate Iris ci concede la possibilità di visionare Miami Golem.
Le aspettative che avevo su questo film erano state in parte mitigate dalle pessime critiche che circolano (tra cui quella apparsa sul libro “Contaminations”, edito dalla Bloodbuster), tuttavia tenevo dentro di me una piccola fiammella di speranza…
Tutto vanificato. Se uno come me riesce a passare sopra al plagio del main-theme di Faltermayer (Beverly Hills Cop), riesce ad apprezzare quei pochi scorci di Miami che si intravedono (lo ammetto…sono un esteta delle città americane degli anni ’80), arriva poi ad un certo punto che non riesce a digerire gente che vola negli appartamenti, sbattuta ripetutamente negli spigoli delle mura, spostata telepaticamente da un embrione di un alieno ormai cresciuto (Stivaletti al suo minimo storico) e destinato ad essere distrutto da un David Warbeck che sembra rimasto nell’inferno fulciano o nella città morta di Margheriti.
Dispiace sempre stroncare gli ultimi vagiti dell’artigianato all’italiana, tra l’altro – come già detto – per “Miami Golem” avevo addirittura buone aspettative rese vane però da una lista degli orrori che lo fanno retrocedere nelle parti bassissime di una ipotetica classifica di b-movies.
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