Regia di David Gelb vedi scheda film
C’è un piccolo ristorante, a Tokyo, dove ci si siede solamente al bancone e si mangia esclusivamente sushi; potete prenotare per pranzo o per cena, ma con almeno un mese d’anticipo, e il prezzo parte da 250 euro. Il Sukiyabashi Jiro è insignito delle 3 stelle Michelin, l’eccellenza nel campo della ristorazione, e i migliori critici gastronomici non esitano a dichiarare che lì si mangia il miglior sushi al mondo. Dietro questo luogo di culto per amanti della cucina giapponese c’è Jiro Ono, leggenda vivente, chef inflessibile e instancabile. Classe 1925, alla pensione non ha mai pensato, di notte sogna il sushi, di giorno lo cucina con il pesce più fresco e regole che non ammettono di scendere sotto la perfezione (lo sapevate che il polpo, per essere morbido il giusto, deve essere massaggiato per 50 minuti prima di essere servito?). La sua è arte, quella del combinare il boccone perfetto di riso e pesce crudo, e i segmenti migliori del film del giovane newyorkese David Gelb sono quelli dedicati al team di Jiro all’opera, alla scelta dei materiali e alla creazione di un piatto sublime nella sua apparente semplicità. Il documentario si addentra poi nelle vicende dei due figli dello chef: il maggiore, relegato a eterno secondo del padre, e il minore, boss a sua volta di una succursale (meno stellata) del ristorante paterno. Ritratti nell’ombra di un genitore leggendario e devoto solo al sushi, diventano protagonisti di un comparto quasi mélo, diretto da Gelb con impertinente (e non sempre intonata) ironia sadica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta