Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
L'amore e la vita (dalla prospettiva di chi l'amore lo mercifica, lo sfrutta, pur senza essere perfettamente cosciente del suo 'mestiere'), secondo la personalissima filosofia che Godard mette in scena nei dialoghi - e nei silenzi, qui davvero tanti - dei suoi film. Un po' più lineare degli altri suoi prodotti di questo primo periodo, ma comunque un trattatello fatto e finito in cui i personaggi sono pressochè mero pretesto (anche se qui Nanà ha un ruolo compiuto e logico dall'inizio alla fine del film, per quanto minimo nei fatti) per le elucubrazioni più o meno condivisibili del regista ed autore. Tanta sperimentazione, a partire dalla suddivisione in 12 capitoli, dai ritmi e dai toni molto differenti fra loro; il finale corrisponde forse alla presa di coscienza definitiva (incontrovertibile, a tutti gli effetti) della sconfortante età adulta raggiunta dalla protagonista, la fine di un'innocenza in sostanza. Ma, con Godard, vai a capire.
Nanà è giovane e bella. E fa la prostituta. Nelle sue giornate trascorse fra i clienti e l'esperto protettore va incontro alla sua vita, si scopre adulta. E in trappola.
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