Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Dopo una terribile glaciazione i pochi umani superstiti si sono rifugiati su treno enorme che continua a correre intorno al mondo. Dentro i vagoni sono rigidamente ripartiti per classi sociali: gli ultimi sono confinati in una situazione ai limiti della vivibilità, continuamente vessati da chi detiene il potere all’interno del treno. Presto, però, scoppierà una ribellione e i disperati cercheranno di raggiungere le vetture di testa.
L’idea della glaciazione e di questa nuova “arca di Noè” che sferraglia su binari e, al suo interno, contiene tutte le contraddizioni e le abissali disparità del mondo reale era di per sé molto interessante: il talentuoso regista coreano Bong Joon-ho la sfrutta al meglio, curando anche la sceneggiatura, creando una vicenda paradigmatica che ti cattura e non ti lascia fino alla fine. Il regista dosa bene il lato fantascientifico con quello - si può dire - autoriale, composto dalle considerazioni filosofiche e sociali che la vicenda porta con sé, accontentando per così dire sia gli occhi che la mente dello spettatore, riuscendo nell'ardua impresa di creare un’opera in perfetto equilibrio tra vera arte cinematografica e intrattenimento per il grande pubblico. Quello che Boon John-ho riesce a suscitare è un costante senso di attesa: come sarà la vita nelle vetture di testa? Come se la passeranno le persone che vivono nelle carrozze più fortunate? Da qui non c’è una sola sequenza che possiamo considerare banale o facilmente prevedibile. La storia regala continue sorprese, anzitutto visive, perché il lato puramente appariscente e fotografico della storia è davvero riuscito. John-ho riesce persino a sfuggire alle logiche commerciali di un finale troppo accomodante: ma con un tocco di classe lascia la storia aperta, stuzzicando fino alla fine la nostra immaginazione. Davvero, davvero, un gran bel film di fantascienza, sicuramente uno dei migliori da diversi anni a questa parte.
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