Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Un classico del cinema apocalittico, grandi ambizioni e ritmi sostenuti. Accettabile.
Se la razza umana, di per sé, non può far nulla o può fare molto poco per la sopravvivenza in caso di calamità globale, quando è assistita dalla legge del più forte finisce inesorabilmente in una poltiglia cosmica. Una nuova era glaciale ha decimato l'umanità, la Terra è completamente ghiacciata e gli ultimi sopravvissuti sono stati imbarcati su un fantasmagorico treno rompighiaccio che corre senza sosta compiendo il giro del mondo a ritmo ciclico. La sopravvivenza è garantita solo se il treno è in movimento. All'interno, divisi per vagoni e per classi sociali, si trovano i "fortunati" che sono scampati alla glaciazione. Il capo di questo macabro involucro è anche l'ideatore, un losco tiranno che vuole tenere a bada quel che rimane dei viventi umani. Ovviamente lui risiede nella "locomotiva", che è la testa del treno. Man mano che si va verso la coda ci si imbatte in vere e proprie caste, alla fine ci sono i poveracci che nulla possono davanti al despota crudele. Vengono sfruttati per i lavori più terribili e vengono alimentati con barrette di proteine ricavate dagli scarafaggi. Sembra tutto pazzesco, ma proprio questa fascia di straccioni si coalizza e si ribella.
Il film, stile tarantiniano, è fatto bene, poteva ambire di più se non fosse che ci sono sequenze poco credibili e anche per il finale che lascia il tempo che trova. L'interpretazione degli attori è sontuosa, bella la fotografia, bravo il regista che, a mio parere, stava già prendendo le misure per un cinema di alta caratura, e infatti a distanza di 6 anni ha partorito "PARASITE" vincendo ben 4 Oscar.
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