Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Anno 2031. I pochi umani sopravvissuti a una glaciazione causata dagli squilibri ambientali provocati dall'uomo sono costretti a vivere in un enorme treno che è anche un ecosistema autosufficiente che gira in moto perpetuo intorno al mondo, segnando lo scorrere degli anni con il passaggio sopra un pericolosissimo ponte sospeso. In coda ci sono i reietti della società, stipati in condizioni impossibili, sottoposti continuamente a minacce e a torture, costretti a mangiare disgustose tavolette ricavate da una mistura di insetti e altre schifezze. Più ci si sposta verso la testa del treno, migliori diventano le condizioni dei viaggiatori perenni, fino allo sfarzo della locomotiva. Uno dei paria dei vagoni di coda (Evans), determinato ad arrivare fino alla locomotiva per sfidare il proprietario del treno (Harris), organizza una ribellione che richiederà ingenti perdite umane. Nel frattempo, la pianificazione demografica continua a suon di morti ammazzati.
Da una magnifica idea tratta dal fumetto francese 'Le Trasnperceneige', una metafora della possibile condizione umana del futuro forse un po' corriva (alla verticalità si sostituisce l'orizzontalità del treno), ma certamente intrigante nella realizzazione. La visione hobbesiana di un mondo di sopravvissuti costretti a torture, delazioni e lotte di classe trasformate in guerre ha mordente, ma perde credibilità nell'infrangersi tra virate grottesche ed eccessi di violenza tipici del cinema dell'estremo oriente. Distopia fantascientifica comunque seminale, alla quale manca un finale all'altezza.
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