Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
D'accordo sulla metafora che osserva e reinterpreta le similitudini dell'umanità, con il più classico degli assiomi: i ricchi a sfruttare i poveri, il tutto assemblato su un treno unico superstite di un mondo surgelato. D'accordissimo. Ed io sono corso al cinema proprio atratto da questa visone piena di geniale originalità. M'aspettavo una nuova frontiera della fantascienza, come con District 9, tanto per tirare fuori un esempio di reale uscita dagli schemi rispettando i temi del mondo.
Invece mi ritrovo in piena fantascemenza.
Un 'idea geniale vessata dall'insipienza. Un film fanfaronato che Bong Joon-ho vorrebbe anche, coreanamente, splatterare (ma si vede che c'è il freno a mano tirato, probabilmente dalla prima produzione hollywoodiana che ha foraggiato il tutto mettendo un casino di paletti), freno d'emergenza che invece non c'è su questo trenino che corre, corre, corre in un loop infinito sul mondo, a mezzo tecnologie avanzatissime ma con bimbetti in carne d'ossa a sostituire ingranaggi introvabili, con manutenzione zero all'esterno dove ghiaccio e tempeste di neve dovrebbero farla a fettine mille volte la super ferrovia, dove da un ultimo vagone di dolore e sporcizia si arriva al primo passando per tutte le fasi di benessere acquisito (una scalata sociale praticamente, quasi uno sgomitare sul Frecciarossa per raggiungere il vagoncino ristorante), una serie infinita di balle spaziali che non si riesce a tenergli dietro, che ti fanno crollare la credibilità e le credenziali come un castelletto di carte soffiato via da bora polare, di ridicole battaglie cruente, di madmaxate versione bimbominchia, un cinema che in appena due ore rivaluta addirittura Waterworld quanto a sciatteria filmica, tentativi di grottesco che rimangono grotteschi, di curve a gomito (su una ferrovia che deve fare il giro del mondo) per spararsi da un vagone all'altro, c'era pure il dentista e la sala video poker ma l'assenza del vagone pizza a taglio però, è stata fonte di grossa delusione.
Tutti pretesti non calati in un telaio serio ma sparpagliati in una serie di castronerie a profusione (fossero stete queste a mandarlo avanti 'sto trenino?!?).
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