Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
In un futuro prossimo venturo la Terra, travolta da un disastro ecologico, si ritrova in una nuova era glaciale.
Quel che resta dell'umanità è stipato nei vagoni di un treno, sigillato come un'astronave che invece di attraversare l'iperspazio percorre a folle velocità il pianeta in un insensato giro del mondo fra i ghiacci.
Ispirato a un fumetto francese, Le Transperceneige , Snowpiercer è l'ambiziosa opera di Bong Joon-Ho, supportato nel suo lavoro dalla produzione di quel Park Chan-wook giustamente noto agli appassionati per aver diretto Oldboy.
Ambiziosa dicevamo, e anche troppo palesemente aggiungiamo. Le mire di questa pellicola si rivelano a cominciare dal cast di respiro internazionale e da una storia di fantascienza sociale (il treno come lampante metafora della società contemporanea, dove le condizioni di nascita spesso determinano il futuro dell'individuo, ma dove chi ha gli "attributi" per cambiare l'ordine delle cose può salire i gradini della scala, tranne poi paradossalmente ritrovarsi a coprire lo stesso ruolo di chi era percepito come "oppressore") che si vuole proporre neanche tanto velatamente sulla stessa strada già percorsa suo tempo da un capolavoro come Blade Runner o da film cui non calza la definizone di capolavoro ma che sono comunque riusciti a lasciare una traccia nella fantascienza cinematografica (Matrix e Strange Days, giusto per citarne un paio, molto diversi fra loro ma accompagnati dall'etichetta della science fiction ad impronta sociologica).
Ambizioni, diciamolo subito, che ben difficilmente trovano un riscontro nel prodotto finale. L'emblema di questo film è il personaggio intepretato da Tilda Swinton, Mason, una sorta di zitellaccia dall'aspetto vero british concretizzato nei tailleur di pessimo gusto (forse una sorta di Margareth Tatcher dell'era del congelamento globale?), un'aguzzino spietato sotto le direttive del "padrone del vapore" (definizione mai doverosa come in questo caso), un certo Wiltord, creatore del treno e di tutto il manicomio conseguente.
Un personaggio, quello di Mason, sopra le righe, eccessivo e crudele al punto da rasentare il ridicolo, rende benissimo in un fumetto, zoppica paurosamente sul grande schermo.
E questo film è come il personaggio, un'opera che crea troppe aspettative, vorrebbe aprire nuove strade al cinema di fantascienza (ma andandone a ripercorrere di già frequentate) e invece non riesce ad elevarsi dalla sua vera origine, per l'appunto il fumetto.
Snowpiercer è sicuramente un film godibile, ben sorretto da un protagonista intenso e combattivo come Curtis, validamente intepretato da un bravo Chris Evans, cui si affiancano due intepreti del calibro di John Hurt ed Ed Harris che ancora una volta, sia pur in ruoli meno di spicco (ma fondamentali) dimostrano tutta la loro classe.
E una nota di merito va data data anche a Song Kang-ho e Go Ah-Sung, già protagonisti del maggior successo del regista coreano, il divertente The Host, qui una coppia padre-figlia piuttosto sconclusionata e con seri problemi con gli stupefacenti.
Quello che purtroppo abbatte questo film sono proprio le sue velleità, dovrebbe essere un buon intrattenimento (come a suo tempo il sopracitato The Host) e invece aspira a diventare un simbolo.
L'ambizione può essere un pregio ma qui diventa il suo maggior limite di questa pellicola. Sufficienza sicuramente, ma nulla di più.
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