Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
il catastrofico per joon-ho bong è un treno che dalla coda alla testa rappresenta il mondo sull'orlo dell'estinzione. un treno che non deve mai fermarsi perchè si nutre del movimento che lo tiene in vita. un treno che è il sogno di un ragazzino che sognava di vivere sui treni e che grazie ad un agente chimico che doveva alleviare il riscaldamento globale, ha invece fatto precipitare le cose, precipitando per l'appunto il mondo in una nuova tremenda glaciazione che ha estinto ogni forma di vita.... o quasi.... joon-ho prende amorevolmente per le nari il pubblico abbindolandolo con un inizio un pò risaputo in cui i caratteri devono essere introdotti e dobbiamo imparare a conoscere il set in cui i personaggi si muovono. ossia un lunghissimo treno. costruito in interni, con squarci sull'esterno paralizzato nel freddo e nel ghiaccio(ottimi effetti visivi), il film migliora di minuto in minuto e soprattutto dalla seconda parte in poi quando la marcia dei ribelli si fa sempre più frenetica verso la sacra locomotiva che come un totem in orizzontale rappresenta il dio da idolatrare per la salvezza dalla morte bianca. quando sembra che il film prenda strade risapute e noiose, succede qualcosa che rovescia le sorti del film e rialza improvvisamente l'interesse. l'attenzione dello spettatore è tenuta sapientemente e finemente per i coglioni da joon-ho in un film che migliora sempre più ci si approssima alla suprema locomotrice. con tocchi di sublime, tipo il meraviglioso omaggio esplicito a kubrick e al suo shining grazie anche alla strepitosa interpretazione di uno dei grandi interpreti del film, vlad ivanov. fantasmi reali, con la testa spaccata in due che come fantasmi faticano a morire. alla fine non è tanto la moralina caratterizzante il genere che interessa. il mondo sta morendo, o è morto, e la colpa è degli esseri umani, brutti cattivi. joon-ho ci immerge sino al collo nel lerciume di cui l'uomo è capace di nutrirsi e comporsi. il genio di un uomo che ha saputo costruire una locomotrice che non si ferma, girando ininterrottamente inotorno al globo, scandendo coi vari punti geografici, specifici giorni e festività dell'anno, è lo stesso che non ha saputo computare quanto il suo genio acerbo potesse essere pericoloso per se stesso. poichè spesso sembra che il pianeta esuli dall'essere umano. è il pianeta che è in pericolo, non l'uomo, non io!... e difatti le elite che popolano le carrozze più prossime alla sacra locomotrice, sono dedite ad azioni puramente simboliche e superflue di un mondo che non esiste di più, se non dissolute, per far loro dimenticare che sono all'interno di un treno e che se il treno si dovesse mai fermare, loro tutti morirebbero. ma se la testa è marcia, il piede non sta troppo bene. sviluppato su più livelli, il film si alimenta del suo progredire, come il treno prende energia dal suo movimento. la testa del totem sfonda frane ghiacciate che ingombrano i binari, trasformando quei boati in energia, in acqua salvifica. e così il film, porta dopo porta, scena dopo scena, ammaglia il suo pubblico che non è pronto a tutto ciò che quel treno ha da svelare. caricaturale sino all'eccesso come nell'interpretazione clownesca dell'indispensabile tilda swinton, glaciale e scioccante come nei personaggi di alison pill, tomas lemarquis ed ed harris che anche in un ruolo piccolo, è necessario nella sua asciutta, disidratata essenzialità. vlad ivanov e adnan haskovic sono due sublimi cattivi, mentre kang-ho song e ah-sung ko hanno conservate inalterate le loro caratteristiche orientali espressive e recitative. abbastanza insopportabili octavia spencer e ewen bremner. ovviamente da vedere.
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