Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film
E’ questo il classico bel film d’essai, che partecipa e vince nei vari Festival, che ha solitamente costi e incassi minori (come in questo caso) e che, ancora come in questo caso, è bello. Il regista è lo stesso de Una separazione, film magnifico che a suo tempo vinse pure l’Oscar. Questo è un po’ minore (ma è un film da 8 , comunque) e di premi notevoli ha quello alla migliore attrice, a Cannes (dove partecipò come migliore film, ma non vinse). Anche qua c’è una separazione, il protagonista si reca a Parigi a firmare le carte di un consensuale divorzio. Però non tutto sarà così facile. Perché la sua ex, quella che noi maschi definiremmo “una perfetta cretina” (la bellissima Berenice Bejo) ha una situazione non facile, sta per sposarsi con l’ennesimo maschio diverso, ma tutto pare pronto per l’ennesimo fallimento; ha due figlie da un altro precedente rapporto finito male, ed è pure incinta della sua nuova fiamma (ma forse è stato un incidente). Ma non solo, il tutto è ancora più complicato, dato che il nuovo futuro marito esce da una precedente relazione, portandosi seco un bambino problematico e la realtà di una moglie attualmente in coma. E non è finita, perché questo film è anche un giallo. Il film parte un po’ come film d’essai ungherese doppiato in polacco, per la miseria dell’ambientazione (la nostra vive in una casetta quasi sui binari, in pratica, e la stessa casa è sotto ristrutturazione) e delle situazioni, ma poi in realtà decolla e le due ore e rotti vanno via veloci. E’ tutto scritto molto bene, è tutto credibile, pure nella sua complessità, e gli attori sono in gran forma, tutti. Il classico bel film, molto adulto nelle situazioni e nei dialoghi, e nei rapporti tra i protagonisti. Non necessariamente noioso, ma forse lo è per le nuove generazioni. Un film decisamente buono.
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