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Quelle strane occasioni

Regia di Luigi Magni, Luigi Comencini, Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Quelle strane occasioni

di will kane
4 stelle

I riferimenti al Boccaccio ed al Ruzante sono nel DNA della commedia all'italiana,gli accostamenti tra sesso e riso gli italiani lo hanno probabilmente nel sangue,e meno male,perchè l'argomento ogni tanto va sdrammatizzato:rimanendo in ambito filmico,soprattutto negli anni Settanta,ma anche nella decade prima,molte delle peripezie dei nostri commedianti su schermo ruotano intorno alla sfera sessuale,ed a tutte le derivazioni implicite."Quelle strane occasioni",che fu tra i primi quindici incassi nella stagione 76/77,mette in scena quattro nomi da far vibrare il box-office dell'epoca,come Villaggio-Sordi-Manfredi-Sandrelli,in tre episodi che contemplano appunto scappatelle,inganni in nome dell'accoppiamento,tradimenti e luoghi comuni su altre concezioni della sessualità (in due episodi soprattutto,quello con Villaggio e quello con Manfredi).Nanni Loy non trova la chiave giusta per raccontare i travagli del poveraccio italiano in Olanda Paolo Villaggio che per poco gode delle redditizie glorie di un sex-show,Magni dirige diligentemente ma senza guizzi un borghese di sinistra,Nino Manfredi,alle prese con un'ospite graziosa,figli di amici di famiglia che viene dalla Svezia e rimane sola con lui per una nottata:in questi due episodi,oltre alla simpatia dei due attori,poco sugo davvero.Meglio va,ma senza impennate particolari,nella parte che vede il vescovo Sordi rimanere bloccato in ascensore un giorno d'agosto con la procace Stefania Sandrelli per un paio di giorni,e considerata l'occasione,e la venustà della giovane donna,ci scappa il fattaccio.Nel deridere certo bigottismo ipocrita Comencini ha gusto e più o meno evita la volgarità facilissima da centrare:ma il duetto è ispirato,Albertone tira fuori tutta la malignità della propria maschera,mentre la Sandrelli ha simpatia e carica erotica da vendere.

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