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20 anni di meno

Regia di David Moreau vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su 20 anni di meno

di alan smithee
6 stelle

Commedia francese spigliata e divertente, molto americana, spiritosa ma con un fondo di riflessione semi-seria su quelle che sono o posso essere le aspirazioni personali di ognuno di noi; sulla capacità di restare a galla nella giungla lavorativa che non dà tregua, che non ammette soste e pause di riflessione, ma pretende piuttosto che si cavalchi l’onda senza farcisi inghiottire o travolgere; una società che tuttavia tende a metterti in disparte una volta che hai reso il massimo, quando pur ancora attraente e desiderabile, specie per una donna, arriva impietoso il momento in cui non sempre fa piacere guardarsi allo specchio e notare i segni del tempo che avanzano. Una società dove l’immagine è molto, se non tutto, e nella quale ognuno di noi per sopravvivere e restare sulla breccia è costretto a tirar fuori una dentatura da squalo per sbaragliare il proprio antagonista ed evitare che quest’ultimo riesca a soffiarsi via il tuo ruolo e le prospettive di carriera che si porta dietro.
E’ quello che succede alla bellissima e bionda Alice Lantins, attraente più che mai alla soglia dei quaranta, brillante giornalista per una patinata rivista di moda americana con succursale parigina e con aspirazioni di direzione. Una collega più giovane e molto ambiziosa, gatta morta e ruffiana quanto basta, le soffia da un giorno all’altro i favori del suo bizzarro capo fru fru, approfittando del fatto che lei è in viaggio di lavoro in Brasile. Al rientro in aereo Alice si imbatte fortuitamente in un buffo ragazzetto spilungone dal viso simpatico, Balthazar, imbranato ma dolce, completamente avulso dal suo mondo di donna manager spietata ed inflessibile. Questo insignificante esserino segnerà in qualche modo il destino lavorativo della donna grazie soprattutto ad un tranello ordito con la consueta spietatezza e cinismo dalla donna per recuperare il punteggio perso a favore dell'antagonista più giovane e spregiudicata, ma soprattutto scaverà un percorso sentimentale a prima vista praticamente impensabile che farà scoprire alla protagonista un lato nascosto della sua sensibilità che non pensava minimamente di possedere.
20 anni di meno, diretta insolitamente da un giovane regista francofono a fino ad ora più avvezzo alle atmosfere horror, è una commedia che si presenta come tante, ma concede ben di più delle tiepide aspettative che si trascina dietro. Merito dei due belli e simpatici protagonisti, una coppia insolita per caratteri e differenze anagrafiche (40 lei, bionda da urlo con le palle, donna virago che sa tenere a bada il sesso forte, ma anche ritrovare l'umana femminilità che teneva nascosta da decenni; 20 lui, viso da sognatore stralunato, un Louis Garrel più bonaccione e meno antipatico per intenderci, a rappresentare l’umanità e il candore della giovinezza). Emblemi entrambi di due mondi generalmente troppo antitetici per interessi e stili di vita per poter convergere, ma che, come in questo caso, si attraggono uno all’altro proprio sul presupposto di queste incolmabili differenze di stile e comportamento. La commedia simpatica ed ironica scivola via leggera ma, almeno a tratti, travolgente e simpatica, intelligente e dal respiro internazionale che ormai sembra una caratteristica (o se vogliamo una qualità) scontata per una cinematografia nonostante tutto in buona salute come quella francese, mentre apparirebbe impensabile o comunque molto difficile da realizzare ove prevedesse una italica, e di coinseguenza probabilmente posticcia e fasulla ambientazione.
 

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