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3 Days to Kill

Regia di McG vedi scheda film

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La recensione su 3 Days to Kill

di M Valdemar
4 stelle



locandina

3 Days to Kill (2014): locandina






Kevin Costner/Ethan superagente/killer CIA, scopre di avere pochi mesi di vita.
«Lui sa cosa fare». Siccome tiene famiglia, che ha sacrificato in nome della Patria, tenta il riavvicinamento alla ex moglie (Connie Nielsen, sempre più bella) e soprattutto alla semisconosciuta figlia adolescente (Hailee Steinfeld, sempre più anonima): una missione da non fallire.
Costner torna nell'appartamento dove viveva da solo e la trova occupata abusivamente da una simpatica pattuglia-famiglia di "coloured" (padri, nonni, bambini, donne incinte; manca soltanto un animale domestico).
«Lui sa cosa fare». Prima va alla polizia (?!): è inutile, giacché quelli, tra partite di pallone (il "vero" football, cowboy) da seguire in tv e grasse risate, si rifugiano nel buon vecchio caro burocratese. Che burloni, pare di stare in Italia. Peccato che stiamo in Francia (a Parigi, si direbbe: la Tour Eiffel viene inquadrata più o meno duecentocinquantadue volte). Successivamente, torna alla tana e mostra fiero ai bravi bisognosi occupanti la sua collezione di fucili e munizioni [paura, eh?], per far capire chi comanda e detta le regole in casa.
Costner viene avvicinato dalla superspia supergnocca Amber Heard (una che cambia pettinatura e mise a ogni cambio di scena: pare rivenire direttamente da Machete Kills), la quale gli offre una cura sperimentale che potrebbe allungargli la vita in cambio di un ultimo lavoro: ammazzare un pericolosissimo trafficante d'armi, intravisto nell'incarico precedente. La superbambola gli prospetta lo scenario con una superbattuta: «La domanda è : uccidere o morire?». Non c'è pace.


Amber Heard

3 Days to Kill (2014): Amber Heard




Amber Heard

3 Days to Kill (2014): Amber Heard




Ma, «lui sa cosa fare»: accettare il lavoro, farsi iniettare la sostanza miracolosa nelle vene, e al contempo ricucire il rapporto con gli affetti.
Ok, noi sappiamo esattamente cosa aspettarci, a questo punto. Puntualmente, infatti, ogni più marrone aspettativa viene confermata.
Brandelli di frammenti di spezzoni di robe filmiche e non compongono il corpo - (stra)rifatto da capo a piedi - plasmato dall'infaticabile Luc Besson (il logo Europa Corp in apertura è una garanzia/minaccia) e portato in giro come un cagnolino al parco dal fido regista col nome da rapper McG. Un riciclo all'ennesima potenza che si potrebbe pure accettare nella speranza di un intrattenimento a rotta di collo, pure zotico ma divertente. Invece.
La realtà è un'altra: la commistione di registri (action-thriller e commedia), di modelli (il "realismo" camera a mano e il fumetto), di ricalchi più o meno espliciti (da Taken a Crank ai vari sentimentali che si basano sui rapporti padre-figlia), ben lungi dal potersi definire riuscita o quantomeno funzionale, si traduce in un'opera moscia dal fiato corto, con sporadici momenti brillanti e dagli effetti perlopiù sonnolenti.
Tra stacchi narrativi grossolani con raccordi a casaccio, uno humour di fondo raramente a segno (ma con picchi d'insulsaggine: vedasi i gonfi macchiettismi dell'italiano criminale-fifone-tutto mamma e spaghetti, o la figura dell'orientale criminale ma simpatico a cui chiedere consigli in fatto di prole) e stucchevolezze in loop (tutte le scene con Costner e Steinfeld, con lui che le insegna ad andare in bici e a ballare, ed i loro dialoghi, sono d'un ridicolo inaccettabile), 3 Days to Kill si ridimensiona in breve a robetta di poco conto.
La componenente spy (inconsistente e meramente decorativa), sebbene conti un paio di sequenze action discrete, si spoglia di qualsiasi interesse, mentre risultano stranianti e scollegati i palesi tentativi (futili) d'infilare elementi "d'acchiappo": vale tanto per i periodi "allucinogeni" dell'eroe, a causa degli effetti collaterali del farmaco, quanto per i siparietti allusivi con la dominatrice Heard («voglio che tu uccida per me», oppure quando gli si pone a gambe aperte sulla faccia di Costner steso a terra).
Un film mediocre, insomma, il cui interesse scema presto, non fosse per la presenza della "icona pop" Kevin Costner.
Perché «lui sa cosa fare», come dosare un fascino d'altri tempi e risultare carismatico in ogni situazione, che sia in sella a una bici viola per le strade cittadine o mentre scruta malizioso il didietro di Connie Nielsen.

Kevin Costner, Connie Nielsen

3 Days to Kill (2014): Kevin Costner, Connie Nielsen



 

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