Regia di Bennett Miller vedi scheda film
Storia incredibile resa bene, con licenze, nel film.
Classica storia assurda che se non fosse vera, diresti ma dai, è impossibile, è inverosimile. Pur con varie licenze, è invece tutto vero. E’ vero cioè che il miliardario DuPont, appassionato di lotta libera, chiama a sé il campione olimpico in carica (un ragazzo USA che al momento se la passava molto male) per allenarlo e inserirlo nella sua squadra, la Foxcatcher (dal nome della faraonica tenuta dove vive il riccone). Poi farà in modo di avere con sé anche l’altro campione olimpico, a pari merito, cioè il fratello dell’atleta di cui sopra; vinceranno vari allori, fino alla conclusione della vicenda, che ha dell’incredibile (ma vero). Film di due ore che se ne svolazzano via, di cui non dirò nulla di male, o poco, e che pure non direi sia un film imperdibile. Il riccone è interpretato da Steve Carrell (!), qua truccatissimo, irriconoscibile ma strepitoso. Meno bene l’atleta interpretato da Channing Tatum, quasi una parodia; meglio l’altro, Mark Ruffalo. Il film andò male al botteghino (si parla comunque di una produzione minore, per i canoni USA), ma ebbe lodi sperticate, e pure partecipò a Cannes (dove vinse la regia) e arrivò a 5 nomination agli Oscar, tra cui quelle per Steve Carrell e Mark Ruffalo, e quella per il trucco; non ne vinceranno però nessuna. Per me un 7, anche 7,5.
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