Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Mathieu, uomo facoltoso di mezza età, si innamora disperatamente di Conchita, una donna incontrata per caso. Peccato che lei, che pur dichiara di ricambiare il suo amore, si rifiuti di concedergli il corpo, ogni volta illudendolo per poi tirarsi indietro all’ultimo minuto. In questo ultimo film di Buñuel la donna è una creatura meschina e infingarda, capace di usare il suo potere seducente per ottenere ciò che vuole; l’uomo d’altro canto è un soggetto debole, volubile, e incapace di accettare il rifiuto, così come l’idea che non tutto a questo mondo è conquistabile. L’effetto straniante, tipico del suo cinema, Buñuel lo ottiene facendo interpretare Conchita a due donne diverse, entrambe bellissime - Carole Bouquet e Ángela Molina - che si alternano nello stesso ruolo, costellando la trama di elementi simbolici e allegorici, il topo e l’insetto che rimangono in trappola come il protagonista della vicenda, e aggiungendo elementi apparentemente casuali e svincolati dal contesto, come un sacco di iuta che compare senza ragione qua e là, per non parlare degli episodi di violenza - rapine, attentati e quant’altro - che costellano lo svolgimento dall’inizio alla fine. Quell’oscuro oggetto del desiderio rimane una delle opere più incisive di Buñuel e un caposaldo del cinema surrealista.
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