Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Un western che si discosta molto dal genere, quasi un incastro di suspance alla Hitchcock e di momenti lirici dove un ruolo fondamentale lo gioca la superba fotografia di Charles Lawton jr. Dan Evans è un agricoltore sull'orlo della rovina che viene ingaggiato dallo sceriffo locale per scortare il fuorilegge Ben Wade fino al treno che lo porterà al carcere di Yuma. Un compito già di per sè gravoso, con la banda di Wade alle calcagna, che diventerà improbo quando quest'ultimo cercherà in tutti i modi di corromperlo per farsi liberare. E' proprio la sottile analisi di questo dramma interiore ad essere il fulcro del film di Delmer Daves, una delle più riuscite divagazioni del western anni cinquanta che cerca di concentrarsi più sul vissuto dei personaggi principali (interpretati qui da due ottimi Van Heflin e Glenn Ford) che sulla loro azione concreta, tanto che il finale, per certi versi sorprendente, in realtà si ricollega perfettamente alle dinamiche interpersonali che si erano sviluppate fino ad allora. Un dramma psicologico che la meticolosità dei primi piani restituice in pieno, in particolare nel personaggio di Dan Evans stretto tra il dubbio di morire da integerrimo difensore della legge e la possibilità di sopravvivere come codardo complice del fuorilegge Wade.
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