Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film
Gloria è bruttina, miope, divorziata, ha due figli che sembrano non avere nessun bisogno di lei e frequenta sale da ballo per agganciare uomini di mezza età. Al di là dell’ottima prova della protagonista, la storia è debole: una donna immatura e irresponsabile riesce a trovare un uomo ancora più immaturo e irresponsabile di lei e a non imparare niente dai propri errori, per poi finire ad ascoltare (ovviamente nella versione spagnola) la canzone di Umberto Tozzi che porta il suo nome. C’è un intuibile sottofondo politico (la struttura circolare suggerisce un’idea di immobilismo senza sbocchi), che però rimane più criptico rispetto ad altre recenti opere cilene: Pablo Larraín figura fra i produttori, ma forse avrebbe fatto meglio anche a dirigere.
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