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Gloria

Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film

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La recensione su Gloria

di barabbovich
4 stelle

La 52enne cilena Gloria (Garcia) è separata da tempo, ha due figli grandi e conduce un'esistenza solitaria tra il lavoro diurno e i locali notturni presso i quali spera di poter trovare un'anima gemella e vivere una seconda giovinezza. L'occasione sembra arrivare con Rodolfo (Hernández), uomo che ha superato da qualche tempo la sessantina e anch'egli separato e padre. L'inquietudine di lei si riversa sui fremiti di lui, che reagisce puntualmente nella maniera "sbagliata" (ma le due situazioni chiave del film si offrono come interessantissimi test proiettivi per lo spettatore). E allora per Gloria il ciclo ricomincia…
Lo stile tipico del cinema indipendente e pauperistico, le ambientazioni da ceto medio, il richiamo (involontario?) anche nel titolo a quel manifesto del cinema indie americano che fu il film di Cassavetes e, al tempo stesso, alla canzone ultrapop di Umberto Tozzi che sbancò anche in Sudamerica, rivelano subito gli intenti del regista cileno: quelli di costruire un'opera situazionista, nella quale la trama esilissima lascia quasi completamente lo spazio alla complessa psicologia della protagonista. Nonostante la notevole prova di Paulina Garcia, premiata con l'orso d'argento per la migliore attrice e che ricorda moltissimo la Tootsie di Dusty Hoffman, il film finisce per avvilupparsi in un loop continuo e le due ore di durata alla lunga stancano.

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