Regia di Romano Scandariato vedi scheda film
Il Napoli sta vincendo lo scudetto e com'è ovvio non ha una tifoseria organizzata. A tirare le redini della curva ci pensa il meccanico Nino, tutto cuore e onestà. Quando la camorra gli chiede di spacciare biglietti falsi, Nino la sconfigge con il potere della sua rettitudine morale.
Canzonette e pallone: come avevano fatto a non pensarci prima? E dire che Nino D'Angelo nei cinque anni precedenti aveva interpretato qualcosa come dodici pellicole: ma ancora quella ambientata allo stadio San Paolo mancava. Qui Scandariato rimedia con questo pasticcio orrendo in salsa di musicarello - storia sentimentale con qualche momento ironico/comico e lieto fine, con frequenti intermezzi canori - nel quale nulla funziona, dalla logica della trama nella sceneggiatura di Nicola Masiello e di Piero Regnoli (garanzia di trash e qualità scadente) alla recitazione approssimativa e dilettantesca della quasi totalità del cast. Oltre al divetto partenopeo compaiono sullo schermo Laurentina Guidotti, una serie di nomi semisconosciuti, il giovane esordiente Biagio Izzo in una particina e, nelle vesti (uniformi) di sè stessi, alcuni calciatori del Napoli (Bruscolotti, Carnevale, Giordano - c'è anche l'ex allenatore Pesaola). Secondo titolo del tris diretto da Scandariato con D'Angelo protagonista (il terzo sarà, due anni più tardi, La ragazza del metrò): inevitabilmente disastroso, senza appello, pretestuoso nei contenuti e sgangherato nella forma. 1/10.
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