Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Questo film è la tragedia claustrofobica dell'assediante che diventa assediato: la tv lo spia, la gente lo incalza, la polizia lo bracca. Improvvisamente Sonny si ritrova in mano la vita di tutti - compresa quella del suo compagno Sal - tranne la propria. E' così che il sogno di un'impossibile fuga transoceanica prende corpo nella sua mente, come sconfinamento nell'assurda utopia di una situazione reale e disperata. Il rapinatore si scopre d'un tratto vittima delle unioni labili e fittizie di cui ha inutilmente cosparso la sua esistenza: il matrimonio fallito una moglie che lo ama senza esser ricambiata, la relazione finita con un amante psicolabile ed emotivamente distante, da cui si sente attratto, pur senza capirlo e, infine, il sodalizio criminale con due complici inaffidabili, sui quali non ha nessun controllo. Intanto i suoi ostaggi, con i loro discorsi personali, gli sbattono involontariamente in faccia la loro beata normalità, fatta di famiglia, frivolezze e problemi pratici.
"Quel pomeriggio di un giorno da cani" racconta il vicolo cieco in cui finisce una vita senza senso, nella quale, in mancanza di un filo conduttore morale, un errore tira l'altro: tutto viene tentato, e tutto viene sbagliato, fino all'esaurimento delle possibilità.
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