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Quel pomeriggio di un giorno da cani

Regia di Sidney Lumet vedi scheda film

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La recensione su Quel pomeriggio di un giorno da cani

di cheez
8 stelle

Si sviluppano con dosata e perfetta gradualità gli innumerevoli spunti offerti da questo ansiogeno "robbery-movie" di Lumet. A poco a poco sale (fino a livelli esponenziali) la tensione provocata dalla negoziazione tra Sonny e il tenente: uno scontro ad armi impari, non solo perchè i due rapinatori si trovano a fare i conti con un esercito di poliziotti, bensì anche perchè a poco a poco il raziocinio di Sonny (uno splendido Al Pacino) si incrina fino a cedere a sfoghi di ira incontrollata o alle richieste del tenente, contro la freddezza totale di quest'ultimo. Già perchè sempre a poco a poco ci viene rivelato come Sonny non sia affatto un professionista, quanto un uomo qualunque, reduce dal Vietnam e quindi vittima della crisi di valori e dell'alienazione che si impossessa degli eroi come lui in questi anni. Qui nasce il discorso sociale di Lumet, che delinea un quadruplice scontro durante la rapina: Sonny fronteggia la polizia, ma anche le pressioni dei giornalisti e dei media (il regista ben insinua quanto sia arduo indicare il più pericoloso); in compenso si accaparra la simpatia della gente comune lui, la quale lo incoraggia ma è resa spesso neutrale dalle transenne. La sua disperazione ed "innocenza" la si evince pienamente quando rivela il motivo per cui compie la rapina; persino gli ostaggi lo stimano quasi come un eroe, ma nella New York di quel periodo il mondo delle favole è del tutto parallelo.

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