Regia di Rawson Marshall Thurber vedi scheda film
Piccoli spacciatori crescono, e loro malgrado si trovano a trasportare un caravan di marijuana dal Messico agli Stati Uniti. Così accade a Jason Sudeikis, bamboccione che per passare inosservato il confine s’inventa una famiglia e la compone coi pezzi che ha a disposizione: il figlio nerd della vicina sempre assente, la giovane teppista con una peculiare idea del romanticismo, nonché Jennifer Aniston spogliarellista tosta ma casta (niente lavoretti extra), infilata nelle camicie pastello della mamma pragmatica e progressista. L’incastro è di norma poco oliato, e paradossalmente tiene un ritmo più serrato finché i protagonisti non cominciano a correre, inseguiti da narcotrafficanti e poliziotti. Satira sul mito scoppiato della san(t)ità familiare, fa leva su un quartetto d’interpreti azzeccati per ritornare sulla necessità del nucleo, perché da soli non si può spacciare droga né essere felici. Per fortuna la morale è affidata a una canzone pop anni 90 (Waterfalls delle TLC, quel genere di musica a diffusione virale che non t’accorgi di cantare sui titoli di coda), e il conflitto tra i genitori finzionali si esprime anche senza troppe parole (vedi la litigata col linguaggio dei segni). In un ideale continuum con le turbolente stravaganze di ...E alla fine arriva Polly, la Aniston fa a botte con il suo morigerato personaggio pubblico (e pure con altri). Si offre addirittura in lingerie, ma Thurber non coglie la palla al balzo. In compenso quando la “mamma” insegna al “figlio” a baciare, la commedia decolla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta