Regia di Rawson Marshall Thurber vedi scheda film
E' confortante constatare che il cinema a volte prova a fare satira sulla retorica, sul sentimentalismo spiccio, e perché no, sulla stupidità orgogliosa dell'americano medio, sulla sua debordante ingenuità e sul disarmante buonismo che, accompagnati ad una generale sotto-cultura, trasformano la tradizionale famiglia a stelle e strisce in un inquietante assemblamento di mostri scemi e creduloni, pacioni e sempre entusiasti, incapaci di guardare al di là delle convenzioni e della banalità.
Questa commedia simpatica e a tratti briosa ci prova e un pò ci riesce, anche se sul finale si arrende e sposa la tesi del compromesso e di quel parziale buonismo che all'inizio crocifigge con arguzia e passione.
La famiglia ricostruita per l'occasione, composta da uno spacciatore di mezza tacca, una spogliarellista sua vicina di casa, il figlio imbranato di un'altra vicina (che lo ha abbandonato) e una giovane barbona inclusa nel gruppo a fare da figlia, riescono perfettamente, muniti di un gigantesco ed inquietante camper, a trasfigurare la perfetta famiglia americana in vacanza: pettinatura cotonata e da fessi, vestiti casual da fessi, discorsi assurdi da fessi ed ecco che gli ingredienti ci sono tutti per passare la frontiera tra Usa e Messico, riempirsi di droga e traghettarla negli States per ripagare un grosso e disonesto trafficante (è lo straordinario Ed Helms, il dentista di "Una notte da leoni", che alleva come cucciolo un orca che si ciba di squali, ahahah) a cui il protagonista deve qualche spicciolo.
La vicenda inoltre costituisce un'altra volta l'occasione per la Aniston, ovvero la nuova Doris Day a cavallo dei due secoli, di mostrare il conturbante fisico che ancora la caratterizza e la valorizza (è certamente il suo migliore attributo), e che l'attrice, certo resasi conto dei quaranta ormai passati da un pezzo, esibisce con orgoglio quasi ad ostentare (finche riesce) un passare del tempo che nei suoi riguardi in effetti non pare accanirsi (certo coadiuvato da sacrifici ginnici o altre strategie coltivate con determinazione). Il resto scivola tutto piuttosto bene nella consueta convenzionalià, ma la commedia nel suo complesso funziona, a volte diverte (il padre-finto che spinge il finto-figlio-tonto a concedersi al messicano voglioso), in qualche occasione giustamente graffia almeno un pò.
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Il finale davvero si lascia andare alla convenzionalità, ma ha il buon gusto di saperla celare sotto conclusioni non così ovvie. Non dico che il finale non sia prevedibile, ma che il modo in cui ci si arriva coinvolge e, volenti o nolenti, diverte. Per questo per me ci sono le 4 stelle: anche "Io, me & Irene" o "Tutti pazzi per Mary" finivano "bene", ma erano davvero bei film. E' un pur sempre una commedia, e una commedia per regola lascia soddisfatti e contenti. Le commedie che finiscono in maniera seria e anticonvenzionale o rischiano troppo o sono dei capolavori, ma questo nulla toglie a questi dignitosi discendenti dei fratelli Farrelly! In ogni caso il tuo parere è molto interessante e condivisibile! Ciao!
Aaaahhhhhh quanto mi piace Jennifer Aniston.......ma come ha fatto quel Brad a mollarla per quel compendio di finzione che è Angelina Jolie? Mah.........!?!
per carità, anche Angelina non è mica da buttar via. (ma è una pazza furibonda! Tolto che magari s'è calmata rispetto ai tempi con Billy Bob Thorthon). Però concordo con Gianni: Jennifer , nonostante gli anta, resta un pò la fidanzatina d'America. Ed io sono un tipo romantico -)
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