Regia di Burt Kennedy vedi scheda film
I tempi d'oro del western classico sono passati. Tuttavia Burt Kennedy, che aveva forse ancor meglio espresso sé stesso come sceneggiatore di un maestro come Budd Boetticher, che come regista (l'unico film western degno di nota a mio avviso è Carovana di fuoco), ci prova a riproporre una trama dalla struttura lineare, senza grosse concessioni alle tendenze contemporanee: si guarda bene da elementi di violenza che ormai imperversavano nel genere sullo stile di Leone o di Peckinpah o inquadrature più frenetiche (è anzi l'ultimo film la cui fotografia è curata da una colonna del genere western come William H. Clothier). Quale miglior interprete dell'epoca classica se non uno stagionato John Wayne? Come sempre rude e monolitico (a dispetto dell'età ormai avanzata), seppure con dei chiari limiti nell'azione, il protagonista ancora si impone come una figura carismatica nell'economia del racconto, circondato com'è da dei comprimari di fiducia, sui quali spicca Ben Johnson.
Se la vicenda è discretamente appassionante, nonostante abbia un ritmo abbastanza disteso e costruito senza alcuna impennata o sequenza memorabile, i dialoghi nostalgici di questi vecchi cowboys che ricordano i tempi andati e sono consapevoli del proprio status (per fugare ogni dubbio circa un'eventuale love story con la bella protagonista, Wayne risponde "persino la sella che porto ha più anni di lei") sono abbastanza scontati e, comunque poco risolutivi. Così come le schermaglie con le "giovani leve" risultano piuttosto convenzionali (sin dall'inizio non ci sono dubbi che siano i giovani a dover imparare tutto dai vecchi)
In tutto questo classicismo fa eccezione il finale che, gustosamente, dopo l'ennesimo elogio ai buoni sentimenti ed all'idealismo dei cowboys nella loro missione...offre un colpo di scena inaspettato. Notevoli i paesaggi che fanno da contorno al film.
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