Regia di Gary Fleder vedi scheda film
La curiosità di questo film d'azione ne' innovativo né tantomeno vergognoso, è che la genesi lunga e tortuosa della sua evoluzione e stesura narrativa gli aveva assegnato il compito di adattarsi al personaggio stalloniano di Rambo, per consentire al divo italo-americano l'ennesima rentree con il secondo degli eroi in grado di far ripartire la sua eccezionale, ma pur sempre altalenante carriera. Poi invece Stallone, che ne ha curato la sceneggiatura con i consueti colpi d'accetta riadattando un omonimo romanzo di uno scrittore a me ignoto, ha desistito concludendo (ammesso che la saga possa considerarsi tutt'ora conclusa con il divo in questi ultimi tempi ringalluzzino e gommoso piu che mai) col capitolo (ben riuscito) che porta il nome e cognome dell'eroe. Jason Statham, attore action che nutre nei confronti del collega più anziano una devozione ed una ammirazione quasi filiali, ha pensato di riprendere la sceneggiatura abbandonata e di costruirci attorno un personaggio tutto suo, uno dei mille (e se vogliamo spesso un po' tutti schematicamente similari) che hanno sino ad ora contraddistinto la nutrita ma non molto variegata carriera dell'action actor inglese. E dunque la storia di un giovane vedovo ex poliziotto infiltrato in operazioni rischiose, con figlioletta bella, intelligente e guerriera che da un banale alterco con un compagno ciccione di classe fa innescare una lotta senza quartiere che coinvolge persino un pericolosissimo trafficante di droga, oltre a risultare il massimo dell'improbabilita', innesca facilmente quei percorsi schematici dell'action movie più prevedibile e scontato che ci piacerebbe fossero messi da parte una volta per tutte. Questo almeno sulla carta, perché in ogni caso la regia e la cura di un regista medio ma quasi mai banale come Gary Fleder (quello del notevole "Cosa fare a Denver quando sei morto") evitano più che possibile le facionerie più grosse e grezze e se anche qualche personaggio appare qui capitato per caso (la stessa rediviva Winona Ryder, ancora bella come nei '90, o il Frank Grillo un po' sprecato, che serve solo a togliere spazio ad un James Franco in un personaggio non completamente risolto e convincente), la vicenda scorre via in modo innocuo ma veloce, dinamico, al meglio di come ci si può attendere da un action con Jason Statham (che comunque è quasi sempre indice di una certa adeguatezza di prodotto, a differenza di molti altri colleghi al contrario garanzia di prodotto-spazzatura usa-getta-e-scorda-per-sempre).
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