Regia di Herbert Ross vedi scheda film
Libby è una ragazza di 19 anni, decisa, sicura di sè, curiosa, extroversa, sincera sino al limite della sfacciataggine, desiderosa di fare l'attrice. Vive a Brooklin con la madre e decide di andare a L.A. per realizzare il suo sogno...e per incontrare il padre che praticamente non ha mai conosciuto e che pensa sia un affermato scrittore di soggetti cinematografici. Il primo impatto con il padre, che vive ormai fuori dal giro cinematografico e televisivo e convive con una bella e brava signora, dolce, paziente, comprensiva, cordiale, non è ovviamente facile: grande imbarazzo da parte di entrambi, ma, come in tutte le favole, piano piano il ghiaccio si scioglie e da parte del padre inizia a fare breccia una presa di coscenza sulle sue responsabilità, un ritorno verso la umanizzazione, un affetto che non era mai riuscito a provare e che culmina nella bella sequenza in cui la figlia,apparentemente solida e pratica, si dimostra debole e fragile sul problema del sesso e trova comprensione e conforto in quel padre incosciente (e non più nelle chiaccherate che internamente scambia con la nonna morta da anni). Questa è una delle scene più affascinanti, assieme a quella della telefonata alla moglie ed al figlio che non ha mai contattato da quindici anni. Il soggiorno di Libby finisce e torna a New York, diversa ma finalmente completa. Il padre, anch'esso cambiato non solo nei confronti di Libby ma anche verso la sua compagna, appare rinvigorito e più sereno. La trama è briosa, ben condotta, liscia, con aquarci di intensa umanità. Fotografia (all'inizio esordisce con un tripudio di colori di foglie morte che coprono la tomba dei nonni) è buona, anche se in prevalenza riprende l'interno dell'abitazione. Altrettanto valide sia la scenografia che la colonna sonora. Notevole l'approfondimento psicologico dei personaggi che fruisce di una dialogo ricco, divertente ed articolato, aderente al cambio di atteggiamento degli attori. Tenuta recitativa eccellente dal principio alla fine. Voto 7,5
vedi sopra
Solida e strutturata secondo il ritmo del film
Felice trasposizione della commedia di Neil Simon in un film delicato e leggero, allegro ma con un retrogusto amaro. Solge il compito con mano felice
Un'ennesima prova di grande talento da parte del fantastico Matthau
Tenera e comprensiva, bravissima e capace di non interferire sulle prestazioni di Matthau e Dina Manoff
Ottima giovane interprete in una parte non molto semplice
buona
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