Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Un gangster americano entra in banca a Napoli per spacciare delle banconote false. Nota un cassiere che è la sua copia gemella e si mette in testa un piano diabolico: studiare da vicino la vita del cassiere per rapirlo e sostituirlo, almeno momentaneamente: quanto basta per rapinare la banca.
La particolarità più interessante di questa pellicola risiede nel cast per la stragrande maggioranza di origine inglese, trattandosi in effetti di una coproduzione italo-britannica; non usuale, comunque, per il cinema nostrano dell'epoca e specialmente se si pensa che si tratta dell'adattamento per lo schermo di una commedia teatrale di Peppino De Filippo. Con un copione firmato da Steno, Mario Monicelli e da lui stesso, Mario Soldati mette così in scena questo Quel bandito sono io, un filmetto leggero leggero ma diretto e recitato con evidente mestiere. Nulla di eccezionale, d'accordo, un lavoro di mero artigianato (pur lodevole, si capisce), ma comunque una visione gradevole e sufficientemente vivace, emancipatasi quanto basta dal testo di partenza. Si accennava al mestiere, per l'appunto: indiscutibili quello di Nino Rota che compone la colonna sonora, quello di Pietro Gherardi che si occupa delle scenografie, quello di Mario Bava che cura la fotografia. Tra gli interpreti si possono citare Robert Beatty, Jean Kent, Margaret Rutherford, Gordon Harker e Tamara Lees. Apprezzabile il crescendo finale, nel quale il ritmo della narrazione accelera e ci consegna un finale, a suo modo, a sorpresa. 5/10.
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