Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film
Queimada è un film a tesi sul colonialismo, prodotto assolutamente in linea con la filmografia di Pontecorvo e che bene si situa fra opere come Kapò o La battagli adi Algeri, sinceramente antimilitariste, antibelliche e profondamente critiche sugli interventi delle potenze europee in terra straniera. Qui gli intenti della sceneggiatura di Franco Solinas e Giorgio Arlorio si fanno addirittura didascalici: la coscienza critica/analitica del protagonista - un naturalmente eccellente Brando - per antitesi rappresenta in maniera piuttosto fedele l'ideologia alla base della storia, spesso pronunciando vere e proprie sentenze che lo inchiodano alle sue responsabilità storiche (cioè per l'appunto più in generale quelle del colonialismo europeo). Non che tali parole non colpiscano, però: assolutamente convincente è la spiegazione, per esempio, secondo cui il soldato meglio equipaggiato e retribuito combatterà sempre e comunque con un decimo della forza di un nemico meno numeroso e peggio armato, ma intento a difendere la propria terra; in questa constatazione c'è già una chiave di lettura del film, così come nell'idea per la quale anche distruggere è un modo di conquistare. Ma tutti questi pur validi e sensatissimi ragionamenti meritavano probabilmente di essere inseriti nella pellicola in maniera meno diretta; viene da immaginarsi come sarebbe potuto diventare un film del genere in mano a Herzog: meno prettamente ideologico, più simile a un ritratto umano che politico. Ruolo secondario per Renato Salvatori; musiche di Morricone non fra le migliori, considerando di chi si sta parlando. 6/10.
Un avventuriero inglese viene spedito su un'isola caraibica, Queimada, di dominazione portoghese. Qui sollecita la popolazione a riconquistare la propria libertà, salvo poi fare in modo che il nuovo governante venga sopraffatto dalla potenza inglese.
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