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Sound City

Regia di David Grohl vedi scheda film

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La recensione su Sound City

di cheftony
8 stelle

"We were just kids...with nothing to lose and nowhere to call home. But we had these songs...and we had these dreams. So we threw it all in the back of an old van and just started driving. Our destination: Sound City."

Dave Grohl, frontman dei Foo Fighters e batterista dei Nirvana ormai vent'anni orsono, si cimenta per la prima volta nella regia, sfornando un documentario su un argomento che per lui rappresenta una vera istituzione di grande valore affettivo, ovvero i Sound City Studios, un apparentemente squallido studio di registrazione alla periferia di Los Angeles. Piccolo, facilmente allagabile e con il parcheggio sul tetto al quale accedere da una rampa, questo studio, aperto nel 1970, aveva però i suoi begli assi nella manica: qualità eccelsa di registrazione (soprattutto delle parti di batteria), atmosfera cordiale, intima, quasi familiare e soprattutto un prezioso mixer audio Neve 8028, un gioiellino di tecnica acquistato, consapevoli dell'enorme rischio derivante da una spesa di 75.000 dollari, dai fondatori Tom Skeeter e Joe Gottfried.
Nella prima parte Grohl ripercorre attraverso i contributi di testimoni eccellenti la storia degli anni sfavillanti del Sound City; qualche nome di rilievo che vi ha inciso almeno un album? Presto fatto: Neil Young, Fleetwood Mac, Grateful Dead, Tom Petty & The Heartbreakers, Ronnie James Dio, Nirvana, Kyuss, Rage Against The Machine, Tool, Johnny Cash, Nine Inch Nails e molti altri.

"Looking back, I was just a kid when I walked into Sound City and that board [il mixer Neve] is the reason I'm here right now. I'd do anything for it!"

Ogni bel gioco, però, dura poco: il Sound City viene pian piano soppiantato dall'avanzare della tecnologia e dalla proliferazione di software come Pro Tools, che permettono di registrare un intero album in poche ore comodamente seduti di fronte ad un computer, ma d'altronde questo è il progresso; la baracca tiene fino al 2011, anno in cui chiude in via definitiva i battenti e lascia che la polvere ricopra il suo glorioso passato. Dave Grohl, eterno ragazzone genuino, estroverso e vulcanico, non ci sta e prima compra il mixer Neve "responsabile" della pulizia del suono della sua batteria durante le registrazioni di "Nevermind" coi Nirvana e lo installa nel suo studio, per poi radunare una schiera di artisti a lui legati dal comune affetto per le modalità di registrazione dei bei tempi andati ed incidere un album in collaborazione, progetto che occupa la seconda parte del documentario e ne costituisce la colonna sonora.
Il suddetto album è in vero poco più che un divertissement, ma i pezzi grossi fra i nomi non mancano di certo: spiccano i brani con protagonisti rispettivamente Stevie Nicks, Trent Reznor e Josh Homme, Paul McCartney insieme ai tre restanti membri dei Nirvana, cioè Grohl, Novoselic e Smear.

Oltre ai già citati, nelle interviste sono molto presenti Mick Fleetwood, Neil Young, Rick Springfield, Tom Petty, i produttori Rick Rubin, Butch Vig e Frank Olsen, tutti prodighi di dettagli e ricordi preziosi: è senz'altro avvenimento da suscitare interesse il fatto che la svolta pop nella carriera dei Fleetwood Mac sia dovuta proprio al Sound City, in quanto luogo in cui il batterista Mick Fleetwood conobbe la coppia formata da Lindsey Buckingham e Stevie Nicks dopo l'abbandono del bluesman Peter Green, senza inoltre contare le continue dichiarazioni d'amore di Grohl per uno studio di registrazione che è storia, nonché fulcro di questi 100 e passa nostalgici minuti.

Uscito negli Stati Uniti appena tre mesi fa ma già disponibile on demand e su YouTube sottotitolato in inglese, "Sound City", accolto molto bene in patria, è un documentario inaspettato, genuino, simpatico ma anche sentito; certo, non sarà imprescindibile né dal punto di vista cinematografico né da quello musicale, ma la storia è appassionante, ricca di curiosità e narrata fedelmente, con semplicità e ironia dal buon Dave Grohl: uno che, dopo i fasti irripetibili dei Nirvana, cerca sempre con umiltà e sentimento di fare buona musica.

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