Regia di Scott Cooper vedi scheda film
Terzo lungometraggio per Scott Cooper, che giunge quattro anni dopo il magnetico “Crazy heart” (2009),che conferma le capacità del regista (abile ad esempio nel far “parlare” le sue opere in modo aperto) e pure qualche limite (scolastico e derivativo).
Se la storia in fondo ci mostra tanti fattori visti una moltitudine di volte (anche recentemente), riesce a farlo con buono stile.
Russell (Christian Bale) e Rodney (Casey Affleck), sono due fratelli molto diversi, ma accomunati dal fatto di vivere una realtà che non offre loro grandi prospetti per il futuro.
Quando Russell esce di prigione, pena dovuta all’aver causato un incidente stradale mortale, trova una situazione diversa; la sua ragazza (Zoe Saldana) si è rifatta una nuova vita e suo fratello è al centro di incontri di lotta clandestini.
In seguito ad un fatto sanguinoso, non credendo nella giustizia, perseguirà la rotta della vendetta.
Inizio, viene inquadrata la figura del cattivo (un Woody Harrelson rude e bastardo), stacco sul protagonista reduce da un turno di lavoro, parte “Realese” e le difese oggettive di un pearljamiano doc di vecchia data vengono messe a dura prova.
Il film di costruisce velocemente, ponendo i cardini di caratteri, rapporti e luoghi.
Due fratelli negli States che non regalano nulla a nessuno, tra i segni incancellabili della guerra (per Rodney) e quelli della crisi economica, ma anche delle certezze e dei valori (Russell), tra traumi che diventano parte di te per sempre ed una vita che ti prende per il collo.
Un evento improvviso e fortuito, un fottuto errore e tutto cambia, il nastro non si può riavvolgere, tutto scorre, il tempo e le occasioni per prime ed il “nuovo” ti crolla addosso, obbligandoti ad affrontare sfide che non si possono demandare, anche perché nessuno è disposto a risolvere le faccende per te, tanto più se dall’altra parte della barricata c’è un criminale che vive al di fuori delle regole.
Un racconto che si snoda con una buona densità e con un passo greve, tanto dolore, accompagnato dal sangue, quello che brucia dentro e che fa male, ma anche quello di una vendetta che non ammette deroghe.
Di contro, il soggetto è più volte prevedibile, anche se poi qualche uscita dai binari ce l’ha (l’ultimo incontro di Rodney) e soprattutto possiede scene madri fortemente impressive, che tali diventano anche grazie agli interpreti, calati fino al midollo nei loro personaggi.
Prova solida ed empatizzante (ma senza ammiccamenti) di Christian Bale, soprattutto sul finale i suoi occhi sono una sentenza, Casey Affleck trascina traumi e l’impossibilità di svoltare, Woody Harrelson tratteggia una carogna fatta e finita dal ghigno sprezzante e la violenza come tratto principale ed attorno troviamo Zoe Saldana, che con un sorriso o uno sguardo non ha bisogno di parole per far capire cosa pensa, ed altri comprimari extra lusso come Forest Whitaker e Willem Dafoe.
“Out of furnace” è un titolo che con ogni probabilità non brilla, almeno non più di tanto, di luce propria, ma nella gran quantità di elementi che utilizza, riesce comunque a dar luogo ad una pagina di cinema che non vuole essere per forza grande, ma semplicemente evocativa e cruda, realizzata con coscienza ed attitudine.
Consistente.
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