Regia di Scott Cooper vedi scheda film
Un cenno sulla trama:
A seguito di un incidente stradale per guida in stato di ebbrezza, Russell (Christian Bale) è condannato alla reclusione per omicidio colposo, lascia fuori dalla prigione le tre persone a lui più care: suo fratello Rodney (Casey Affleck) veterano della guerra in Iraq che non si è riadattato alla società civile, la fidanzata Lena (Zoe Saldana) e suo padre, gravemente malato. Uscito dalla prigione Russell ritorna alla sua vita normale di gran lavoratore, cercando di essere un sostegno per il fratello e per il padre. Tuttavia quando suo fratello Rodney scompare in circostanze misteriose a seguito di un giro di scommesse su combattimenti clandestini, Russell fa tutto il possibile per ritrovare il fratello, finché incrocerà un duro criminale Harlan DeGroat (Woody Harrelson).
"Il fuoco della vendetta" nel complesso è un buon film, nella parabola delle 'vacche magre' dell'annata cinematografica 2013. Spicca per alcuni lati positivi, ma non mancano punti deboli. Iniziamo dai primi.
P R O
Il cast d'interpreti fa un ottimo lavoro.
Woody Harrelson è eccezionale nella parte del criminale spietato e crudele, disposto a tutto. Christian Bale è ormai addirittura una garanzia di eccezionale interpretazione, confermata in questo film come in American Hustle, L'Uomo Senza Sonno, The Prestige e in Quel Treno per Yume.
Buona anche la fotografia.
Intrigante la trama, anche se per niente originale; ma il vecchio canovaccio della vendetta premia sempre.
C O N T R O
Per quanto la regia riesca bene a rappresentare il senso di degrado sociale delle periferie post-industriali degli Stati Uniti, tramite campi lunghi sulle ciminiere e sui capannoni abbandonati di grosse fabbriche dismesse, in realtà il regista Scoot Cooper non fa nulla di significativo, né di originale, rendendo ogni inquadratura semplice e banale. La regia è salvata dalla fotografia, sempre curata. Ma ha un limite. Benché le sensazioni di smarrimento e angoscia siano palpabili in tutto il film e pur rimando un racconto dal forte impatto emotivo, con momenti di pathos vivaci, si ha la complessiva sensazione che il regista non sia riuscito ad amalgamare il tutto, anche per colpa di una sceneggiatura inerte e superficiale. Il prodotto finale non sembra possedere un'"anima" unica. Questo è un problema del regista, che dovrebbe sempre essere il mixer umano del cinema.
I limiti della sceneggiatura si palesano più marcati quando, con imbarazzante superficialità, abbozzano a tematiche impegnate come la tensione economica della chiusura di grandi centri industriali e al senso d'abbandono sofferto dai veterani.
Complessivamente, però, Il Fuoco della Vendetta rimane un film apprezzabile, sopratutto per merito degli interpreti.
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