Regia di Scott Cooper vedi scheda film
Un "Drive in" di quelli americani,"brutto,sporco e cattivo",una macchina parcheggiata dove un uomo e una donna parlano,d'improvviso l'uomo ha uno scatto di violenza ed aggredisce la donna, un astante interviene avendo la peggio........E' un giro di boa violento l'incipit del "Fuoco della vendetta",duro e psicotico il personaggio di Woody Harrelson,teppista di un America disadattata e montanara,un bifolco sgradevole che pero' rasenta il memorabile..........
Il resto lo vedremo nel viso scarno e provato di Russel Baze (Christian Bale) saldatore di un acciaieria che sbarca il lunario sobbarcandosi di fatiche e vita onesta.Il centro nevralgico di "Out the Furnace" risiede infatti qui,nella classe operaia umile e marginale,con Christian Bale che rappresenta l' America dei baraccati e diseredati che sopravvive come puo'......
Sopravvivono (alla grande) i generi in questo buon film,una pellicola che a prima vista risulta dal sapore conosciuto,ma le priorita' risiedono nella gestione registica dei personaggi.Un ottima coralita' che emerge col passare dei minuti presentandoci una schiera di derelitti innalzati dal valore sacro della famiglia e degli affetti.Un umanita' che nonostante la visione cinematografica è molto credibile,dove noi spettatori siamo li a prenderne le parti e in tempi di crisi magari ad immedesimarci.Scott Cooper dirige con mano sicura una vicenda dallo scarto totalmente sociale dove emozioni e sentimenti si abbracciano simultaneamente lasciando lo spazio ad una visuale ampiamente tesa e adrenalinica.E' singolare una lontana analogia con "The Fighter" di David O'Russel dove lo stesso Christian Bale forni' una performance maiuscola.
La provincia americana degradata,la classe operaia e il "simulacro" famiglia come composizione d'un cinema intrattenitivo che strizza l'occhio allo spettatore facendo leva su emozionalita' e tensioni a tratti da cinema "action".Come in "The Fighter" i pugni è il carcere divengono viatico esistenziale,i fratelli Russel e Rodney sono della stessa schiera di Bale e dello stesso Damon in "The Fighter"........
Ma c'è di piu'......in "The Fighter" esisteva la forma della redenzione e del riscatto da una vita merdosa attraverso la gloria sportiva,qui invece sopravvivono i traumi generazionali della guerra in Irak che devastano il giovane Rodney,un Casey Affleck assetato di autolesionismo.La regia sfrutta l'elemento " trauma post/bellico" nella visione devastata di Rodney ,nel cercare ad ogni costo un influenza "nefasta" di una patria da cui si è assoggettati.Noi diveniamo cosi' parte integrante del racconto, partecipi dell'umana fragilita' di Affleck jr. ,nel suo assiemarsi a procacciatori d'incontri clandestini dal guadagno sporco,come un Willem Dafoe immerso nella parte dell' usuraio dalle parvenze molto umane.Cooper ci trasporta cosi' in fabbriche abbandonate e fatiscenti,ci butta nell'arena alla stregua di mani nude (o fasciate) e sanguinanti,sbattendoci in faccia primi piani di corpi e visi martoriati dalla lotta.Un triste baraccone dove ci si (auto) lacera le carni,annullandone momentaneamente orrori e fantasmi passati.
Prendere o lasciare dunque,"Out the furnace" si presenta secondo gli stilemi classici d'un cinema creato su misura per lo spettatore,nell'accapararsi la simpatia per lo sfortunato Russel,nell'impietosirci per l'operaio incarcerato come pirata della strada e abbandonato cosi' dalla fidanzata (Zoe Saldana) che gli preferisce lo sceriffo benemerito Forest Whitaker.......
Ma nonostante una "ruffianeria" molto partecipe e le licenze ad un montaggio parallelo sfiancante,"Out the furnace" risulta gradevolissimo negl'intenti,legandoci alla schiera dei personaggi elevati da un cast superbo.Si fa il tifo per Russel è ovvio,per la sua caparbia voglia di vendetta, ci s'innoridisce di fronte ad omicidi assurdi,e si odia (e si ama) lo sgradevolissimo De Groat di Woody Harrelson.Tutto si consuma tra il fuoco dell'acciaieria e un diritto alla sopravvivenza che trova ragion d'essere nella voglia di esserci,di esistere nonostante tutto,di difendere la memoria sacra di un pezzo di cuore andato via.........
L'America di provincia (soprav)vive cosi', nel fuoco di una vendetta sacrosanta,nel degrado di arene di lottatori abusivi,in villain montanari e bifolchi da mandare a memoria ai posteri,e sopratutto nella grandissima coralita' d'un cast eccellente che sorregge (e nasconde) le "pecche" di un film dove il diritto a vivere trova ragion d'essere anche nella violenza piu' bieca........
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