Regia di Scott Cooper vedi scheda film
Il fuoco della vendetta (2013): Casey Affleck
«Quando le acciaierie avevano chiuso, era andata in crisi tutta la valle. L’acciaio era il cuore. Chissà fra quanto la ruggine avrebbe divorato tutto e la valle sarebbe tornata allo stato primitivo. Solo la pietra sarebbe durata». Ruggine americana di Philipp Meyer (Einaudi 2010, trad. Cristiana Mennella) racchiude perfettamente l’anima di Il fuoco della vendetta, opera seconda di Scott Cooper dopo Crazy Heart, rendendolo purtroppo un film superfluo sulle macerie della crisi economica.
Il fuoco della vendetta (2013): Christian Bale
Ambientato nei medesimi luoghi del romanzo, la Pennsylvania degli impianti siderurgici e del white trash violento, racconta la parabola di un povero Cristo contemporaneo, un operaio rude e onesto (Christian Bale) che porta le colpe del suo mondo: finisce in galera, viene lasciato dalla fidanzata, manca al funerale del padre, e una volta libero è costretto a occuparsi del fratello minore, un reduce dall’Iraq (Casey Affleck) che combatte in incontri clandestini di box. La tragedia è inevitabile, scontata anzi, perché Il fuoco della vendetta, al di là delle efficaci atmosfere plumbee che riprendono la prosa scarna di Meyer e di un grande cast di supporto (Harrelson, Dafoe, Shepard, Whitaker), è un compendio derivativo di disperazione americana: riferimenti biblici, citazioni (da Il cacciatore), canzoni dolenti di Eddie Vedder, psicologia insistita, recitazione fisica e, soprattutto, un’estetica del dolore convinta ma ormai troppo compiaciuta.
Il fuoco della vendetta (2013): Woody Harrelson
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