Regia di Scott Cooper vedi scheda film
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CONCORSO
Un terrificante incipit ambientato in un modesto drive in ingoiato nelle immensità di una periferia americana desolata e sconfitta, ci illustra con estrema chiarezza di che pasta sono fatti i malviventi che abitano i boschi e le vallate inselvatichite di Rust Belt, area industriale depressa ed in corso di smaltimento, che tuttavia occupa ancora buona parte della manodopera locale.
Un interrogativo basilare viene subito a porsi non appena ci vengono presentati i due fratelli protagonisti: meglio la rassegnazione di una vita modesta in una fabbrica che oggi c'e' e domani chissa', o meglio al contrario guadagnare subito tanto per fuggire lontano, rischiando altrettanto, forse anche fino alle estreme conseguenze? Ognuna di queste due soluzioni ha un protagonista rispettivamente col volto sofferto e rassegnato dei due fratelli Russell e Rodney. Due perdenti onesti e perseguitati da un destino beffardo che solo in un caso si potra' cercare di ricostruire. Il volonteroso Scott Cooper di Crazy Heart ci mostra un nuovo tracciato inquietante della grande America delle infinite periferie industriali e rurali e, coadiuvato da un cast di sole eccellenze, riesce a toccarci con la rappresentazione della follia della violenza e della disperazione a cui e' impossibile sottrarsi.
Bale, Affleck (attenzione: quello bravo a recitare, ovvero Casey), Saldana, un Harrelson da brivido (fa letteralmente paura), Whitaker, Shepard, Dafoe, sfruttatore e pappone con cuore, e una periferia che fa davvero da protagonista, oltre che padrona spietata di destini a senso unico. Nulla di nuovo obietteranno in molti, ma il "gelido inverno" delle periferie americane è davvero lontano mille miglia per lasciare il posto alla speranza di una primavera dei sentimenti e delle relazioni sociali più mite e distesa.
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