Regia di Ben Stiller vedi scheda film
Pseudo remake di Sogni proibiti (1947), che dell’originale riprende solo il titolo, il nome del protagonista e un vago spunto iniziale per poi raccontare una storia completamente diversa: qui i sogni (peraltro assenti nel titolo inglese) non sono elaborate fantasticherie che ricalcano l’immaginario dell’epoca, ma brevi flash tendenzialmente surreali; ed è significativa la scelta di una partner come Kristen Wiig, che non può certo competere in avvenenza con Virginia Mayo ma ha un’aria gradevolmente normale. Walter Mitty è lo scrupoloso addetto all’archivio della rivista “Life”, la cui edizione cartacea sta per chiudere i battenti: ha dovuto cominciare a lavorare a 17 anni per l’improvvisa morte del padre, fa una vita monotona e sedentaria ed è segretamente innamorato di una collega appena assunta. Un fotografo giramondo, celebre per la sua inafferrabilità, gli ha mandato l’immagine destinata alla copertina dell’ultimo fascicolo, che però non è arrivata: intanto i tagli al personale incombono... Il film è una rivisitazione intelligente: veicola una nostalgica dichiarazione d’amore per il mondo analogico senza però demonizzare quello digitale, anzi muovendosi in bilico fra i due (Walter usa un sito di incontri per contattare una donna che vede ogni giorno, e d’altra parte il gestore dello stesso sito comunica sempre per telefono). C’è qualche lungaggine evitabile nei resoconti di viaggio (Groenlandia, Islanda, Himalaya), mentre va meglio la parte newyorkese; Ben Stiller è nettamente più simpatico dell’omologo Danny Kaye e dirige con inventiva (deliziosa la scena in cui si vedono solo le silhouette dei personaggi al body scanner dell’aeroporto). In questi tempi bui è confortante constatare che ogni tanto qualche commedia americana riesce ancora ad azzeccare un finale perfetto, a farci ancora credere nella possibile rivincita di everyman.
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