Regia di Ben Stiller vedi scheda film
La superba fotografia, i paesaggi mozzafiato, gli azzeccatissimi colpi di scena e l'impegno del cast valgono il prezzo.
In tempi di frenesia compulsiva da social network e di progressiva diminuzione del contatto umano a favore di quello virtuale, Ben Stiller gira un film (di cui è regista e protagonista, riuscendo alla grande in entrambi i compiti) che parla di come, nonostante tutto, per essere felici non esistano altre vie che tuffarsi a capofitto nella vita reale, quella che di sé lascia traccia indelebile nel corpo e nella mente. Come per il vecchio (e magnifico) Sogni proibiti, lo spunto proviene da un raccontino di James Thurber; ma in realtà non si tratta né di un remake, né di un ulteriore adattamento, poiché Steve Conrad, autore del copione, inserisce la vicenda in un contesto di attualità – la chiusura del cartaceo di Life – che diventa immediatamente significante ai fini del discorso sul binomio concretezza-inconsistenza. Inoltre si adopera per uscire dai canoni narrativi tradizionali, spaziando dal comico al road movie, dal giallo (il mistero dell'introvabile negativo) al drammatico (il rapporto fra Walter Mitty e sua madre, impersonata da un'amorevole Shirley MacLaine), dal romanzo di formazione all'avventura spericolata, sebbene ci sia il pericolo che proprio questo eclettismo dei toni faccia perdere la bussola allo spettatore. Purtroppo, l'evoluzione del protagonista è segnata e prevedibile sin dall'inizio (oltre che esposta con qualche didascalismo), ma la superba fotografia (tendente all'azzurro degli occhi di Walter), i paesaggi mozzafiato, gli azzeccatissimi colpi di scena (l'entrata in scena di Patton Oswalt, lo svelamento finale della copertina) e l'impegno del cast (su tutti un intenso Sean Penn a sorpresa) valgono il prezzo. E la natura spiccia e rozza dei "sogni segreti" di Mitty (lo sci d'acqua sulla strada, la grottesca parodia de Il curioso caso di Benjamin Button) finisce per trasformarsi in un'acuta e zelante critica nei confronti di un cinema digitale ormai fasullo e alienante.
Notevole colonna sonora di Theodore Shapiro, con brani originali cantati da José González.
BUON film — Voto: 7
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