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Dietro i candelabri

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Dietro i candelabri

di michemar
5 stelle

Steven Soderbergh è un vero cineasta nel senso più completo del termine: regista, produttore, sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore e perfino un paio di volte attore. Quanti possono vantare un simile curriculum? E non finisce qui. Il suo eclettismo si rispecchia anche nel genere di film che intende dirigere, mai fermo e fossilizzato in uno, essendosi interessato dalla commedia più pimpante al cinema d’inchiesta, dal biopic più approfondito (meraviglioso e lungo suo “Che”) alla serie televisiva di grande impatto (l’ultimo è un grande successo: The Kinick). Per non parlare di film apprezzatissimi e premiati come l’esordio di Sesso, bugie e videotape, Erin Brockovich e soprattutto il suo capolavoro (a mio parere) Traffic. Chiaro che quando ci si “getta” con cuore in tanti spericolati progetti si rischia sempre.

 

Eccolo qui che accetta di dirigere un biopic che scotta e con cui si può anche sbagliare: la vita spericolata del pianista e showman Liberace. I pericoli erano tanti giacché il personaggio è stato già di suo spericolato, eccentrico, barocco e di gran successo. Sì, perché fare un film su un personaggio di successo (ma solo da loro, in America) è sempre un rischio, poiché è più facile rovinare il ricordo che ha la gente di quella persona che esaltarla. Soderbergh è riuscito benissimo a ricreare l’ambiente e l’atmosfera di quegli anni, di quel tipo di spettacolo e a condurci per mano nel mondo gay di lusso, anzi di extra-lusso, qual era la vita che si poteva permettere Liberace. Dal titolo dell’opera si intuisce lo stile e i gusti del personaggio, circondato com’era da candelabri appesi o seminati per tutta la sua lussuosa villa, dorati e sfavillanti come i suoi mobili, i suoi pianoforti, i suoi lussureggianti abiti da scena e da camera.

 

Michael Douglas

Dietro i candelabri (2013): Michael Douglas

Eppure nel film, stranamente, non succede nulla, proprio nulla. Il racconto fila liscio come l’olio, le interpretazioni dei due attori principali (un bravissimo Michael Douglas ed un adeguato e sorprendente muscoloso Matt Damon) sono eccellenti, ma non succede nulla. Mai un sussulto nella storia, mai una scena da ricordare, mai un momento topico della loro storia d’amore. Basterebbe riguardarsi lo stupendo Any Day Now di Travis Fine per capire quello che si può fare di una bella storia d’amore tra due uomini e la ricerca di affetto familiare. Invece Soderbergh si limita a raccontare i giorni che scorrono tra gesti affettuosi, regali, litigi, discussioni tra avvocati per la separazione.

 

Michael Douglas, Matt Damon

Dietro i candelabri (2013): Michael Douglas, Matt Damon

Il film è sfavillante come i suoi personaggi ma l’opera invece si spegne senza faville piano piano, man mano che la storia si sviluppa e il tempo passa, per Liberace e Scott Thorson e per lo spettatore. Da apprezzare su tutto, oltre la interpretazione dei due bravi attori, è il coraggio del regista (ma Soderbergh è sempre coraggioso, almeno fino all’ultimo film della sua carriera, che è sempre quello che sta girando) e di Douglas e Damon, perché non è da tutti truccarsi così e mostrarsi quasi completamente nudi in scene di sesso non però – per fortuna – tanto esplicite. Fa nulla, il regista ci riproverà ancora a girare un buon film, con il suo prossimo ultimo.

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