Regia di Hélène Cattet, Bruno Forzani vedi scheda film
Primo e originale film di una trilogia - concepita come personale omaggio al cinema giallo e thriller italiano degli Anni '70 - realizzata della coppia belga Cattet & Forzani. Seguiranno l'altrettanto bello Lacrime di sangue (2013) e il meno riuscito Laissez bronzer les cadavres (2017).
Tre momenti che descrivono, solo parzialmente, la vita della protagonista.
Infanzia
La morte del nonno è un evento incomprensibile per la piccola Ana (Cassandra Forêt), che resta impressionata da un vecchio orologio da taschino posto tra le mani del cadavere. Nel tentativo di appropriarsi dell'oggetto, Ana deve vedersela con una badante che ha strane attitudini, tanto da apparirgli come una strega.
Adolescenza
In una calda giornata estiva, Ana (Charlotte Eugène Guibeaud) e la madre (Biancamaria D'Amato) si recano al centro del paese. Mentre la donna si introduce in un negozio per sistemare l'acconciatura dei capelli, Ana si mette a giocare malvolentieri con un coetaneo, attirando però l'attenzione di un gruppo di motociclisti.
Maturità
Dopo tanti anni, Ana (Marie Bos) torna nella villa di famiglia, ormai abbandonata. Si fa accompagnare da un taxista, per il quale prova uno strano turbamento sensuale.
La coppia belga, composta da Cattet e Forzani, dopo alcuni cortometraggi decide di debuttare in regia con un film fortemente ispirato ai gialli italiani, dai quali preleva anche alcune colonne sonore. Per l'occasione i due scrivono una sceneggiatura priva di continuità, che ha sola funzione di dividere in tre tempi il film, con la messa in scena di altrettanti episodi.
Amer (amaro e amore al tempo stesso) omaggia l'Argento di Suspiria (1977) e il Bava de La goccia d'acqua (episodio presente ne I tre volti della paura, 1963) nella prima parte, mentre più in generale appare un efficace esempio di cinema sperimentale che sembra arrivare direttamente dagli anni '70, offrendoci, a ricordo di quei tempi, cinque esaltanti brani musicali (tre di Stelvio Cipriani!) indimenticabili. La trama non ha senso e non è da seguire, ma la visione di Amer entra sottopelle grazie ad una tecnica personalissima che interessa ogni elemento del film: riprese con dettagli di primi piani su particolari del corpo (occhi e labbra in prevalenza), effettuate con una fotografia che sembra essere in forte debito con i colori del "giallo italiano" (verde, rosso e blu); uso sperimentale della traccia sonora, con dialoghi pressoché assenti ed effetti acustici avvolgenti; montaggio frenetico con dissolvenze a schiaffo o sfumature surreali e visionarie. Il risultato finale è quello di un titolo affascinante, opera di due autori nostalgici che ricordano e volutamente omaggiano un tipo di cinema ormai estinto, apprezzato in tutto il mondo, ma che - nel fare questo - ricorrono ad originali trovate riuscendo a rielaborare la materia, senza fare una semplice copia dei modelli ispiratori. Cattet e Forzani confermano poi che il felice risultato di Amer non è frutto del caso, arrivando a bissare il risultato con l'altrettanto riuscito Lacrime di sangue (2017).
Italia in vetrina
Amer è un film che omaggia l'Italia sotto vari aspetti, a comiciare dalle referenze cinematografiche (Bava e Argento su tutti), per proseguire con alcuni dialoghi in italiano (proposti nella versione in lingua originale) e con questa curiosa vetrina, dove campeggiano i versi dell'Inferno di Dante:
"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell'eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza, e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fur cose create,
se non eterne, ed io eterno duro:
Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate!"
Colonna sonora
Titoli e cronologia dei brani musicali, utilizzati come colonna sonora di Amer.
1- La coda dello scorpione (Bruno Nicolai)
2 - La tarantola dal ventre nero (Ennio Morricone)
3 - La polizia sta a guardare (Stelvio Cipriani)
4 - La polizia ha le mani legate (Stelvio Cipriani)
5 - La polizia chiede aiuto (Stelvio Cipriani)
"Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia." (Erasmo da Rotterdam)
Trailer
Manifesto alternativo
F.P. 10/04/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 90'23") / Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta