Regia di Hélène Cattet, Bruno Forzani vedi scheda film
La forma è la sostanza.
Senza respirare, senza sosta. Disorientare. Amer è un film straordinario, un cinema nuovo e destabilizzante, sperimentale e spasmodico ; l'infarto diventa immagine, cardiopalmo filmico. Un lungometraggio che viene vissuto e assorbito in apnea ; trasversalmente emozionante e sincero ; seducente e fascinoso come pochi altri. Un'opera unica, inimitabile e irripetibile ; un'esperienza sensoriale e ipnotica, che attraversa e scandaglia il corpo e la mente della protagonista; un trip implosivo, misterioso e indescrivibile, che scaraventa lo spettatore all'interno e all'inferno del cinema stesso. Un tour de force visivo, che percorre e segue tre diverse fasi della vita di Ana, osservandone, ossessivamente e velatamente, gli sviluppi (psico)sessuali : L'infanzia, con la paura e la curiosità verso ciò che non si conosce, con l'immaginazione fervida e colorata che attira, e respinge allo stesso tempo, i bambini verso un nuovo mondo ; nell'età infantile, la propria sessualità dorme e, tra le tante cose, ciò che potrebbe turbarne il naturale percorso, sarebbe la scoperta "anticipata" di quest'universo carnale, esempio : i genitori in rapporti intimi. La seconda fase è l'adolescenza, con la malizia che comincia ad avere un volto, con le voglie e i desideri intimi che iniziano a sentirsi troppo stretti nel subconscio e, allora, salgono silenziosamente a galla ; i vestiti corti, i gesti implicitamente provocatori, la necessità di mettersi in mostra, i primi passi verso la conoscenza e il sapore del proprio corpo. Infine, l'ultima fase, l'età adulta, con le proprie disillusioni e delusioni, con l'esperienza, con la consapevolezza più assoluta del proprio fascino, con i ricordi di un passato lontano, con la nostalgia e, perché no, con le debolezze che si fanno più pesanti, con le insicurezze che urlano dentro lo spirito e la mente, con i propri desideri (sessuali) insoddisfatti, con le perversioni che scalciano e con l'ombra del proprio io e del proprio corpo, che si fa grande e insostenibile, tanto da spingere lei, la protagonista, verso lo sfacelo più totale, la rovina della propria psiche, la distruzione della propria persona(lità) e, in conclusione, verso la fine della sua vita o, forse, verso l'inizio di una nuova esistenza.
Montaggio schizoide, regia vertiginosa, immagini serratissime ; un atto d'amore per il giallo all'italiana, per il Cinema. Amer è un pò Philippe Grandrieux e Gaspar Noé, un pò David Lynch e Shinya Tsukamoto, un pò Mario Bava e Dario Argento, ma con un carattere, una forza e uno stile del tutto personali.
Un'opera superlativa ed eccellente, tra le migliori degli ultimi anni. Un film meta-cinematograficamente perfetto ; una pellicola meravigliosamente inclassificabile.
Capolavoro inarrivabile.
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