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La notte del giudizio

Regia di James DeMonaco vedi scheda film

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La recensione su La notte del giudizio

di munnyedwards
7 stelle

 

La violenza come salvifica valvola di sfogo, come incipit per una mutazione morale ed economica, la soluzione ultima per un utopico rilancio sociale che permetta all’uomo di mostrare i suoi peggiori ma naturali istinti, liberando la bestia repressa dalle catene della civiltà, tenuta nascosta nel profondo dell’anima ma sempre viva e pronta a colpire.

America 2022, l’occasione per sfogare i nostri primitivi istinti ci viene fornita direttamente dal governo, uno governo guidato dai misteriosi Padri Fondatori, sorta di entità pseudo religiosa che per legge stabilisce che una volta all'anno l’anarchia deve prendere il sopravvento, dodici ore dove tutte le nostre piccole/grandi frustrazioni trovano immediate e dirette soluzioni, dove il sangue può scorrere senza sosta, dove omicidi, stupri, rapine e violenze di ogni genere vengono non solo permessi ma incentivati, il tutto in nome di una rinascita sociale e spirituale evidente, di un rilancio economico indiscutibile, The Purge (l’epurazione) è un atto liberatorio di importanza vitale, da quando è stato deliberato la disoccupazione è diminuita, i crimini si sono ridotti, la crisi si è arrestata, l’america è finalmente tornata il grande paese che era.

 

locandina

La notte del giudizio (2013): locandina

 

Questo almeno è il quadro che ci viene inizialmente presentato, un punto di vista che non rispecchia tuttavia la realtà ma solo una parte di essa, quella della classe dominante, di chi si è arricchito con la vendita di armi o sistemi di sicurezza, gente come James Sandin (Ethan Hawke) che vive con la sua famiglia in un bellissimo quartiere residenziale, circondato da villette immacolate che palesano un successo e un benessere indiscutibili, Sandin del resto è il number one dei sistemi di sicurezza, un uomo che si è arricchito grazie allo “sfogo”, dando protezione a chi può permettersi la sua tecnologia e ignorando tutti gli altri, le classi meno abbienti che sono i principali obbiettivi dell’epurazione legalizzata, gli indifesi, i poveracci, i barboni, per loro non c’è salvezza perchè rappresentano quella parte della società non funzionale e quindi di fatto inutile, una parte  che va eliminata.

Sandin è un uomo di successo che preferisce ignorare questo aspetto della sua vita, ma lo stesso non si puo dire per i suoi due figli, soprattutto per il piu giovane Zack (Max Burkholder) che sembra molto turbato dall’evento e che in un momento di panico apre le porte della casa ad un fuggitivo di colore braccato da un gruppo di esaltati in maschera, l’imprevedibilità dell’elemento umano distrugge le sicurezze di Sandin e per una notte lui e la sua famiglia diventano i protagonisti dello “sfogo”.

 

Ethan Hawke

La notte del giudizio (2013): Ethan Hawke

 

scena

La notte del giudizio (2013): scena

 

La notte del giudizio è un thriller/horror che partendo da un’idea vincente cerca di costruire una storia che faccia riflettere e allo stesso tempo divertire, James DeMonaco alla sua opera seconda scrive e dirige un film chiaramente di genere che anche se con modalità semplicistiche getta uno sguardo inquietante sul mondo contemporaneo e sul futuro.

Probabilmente nelle mani di un regista di maggior spessore ne sarebbe uscito un film ancora migliore ma la pellicola di DeMonaco prodotta dalla Blumhouse con un risicato budget raggiunge i suoi obiettivi e si lascia vedere con gran piacere, dal punto di vista formale The Purge è principalmente un thriller di assedio (chissà Carpenter come si sarebbe divertito), James Sandin messo di fronte ad un dilemma morale che non ha soluzione, ossia consegnare il fuggitivo e condannarlo a morte certa o rifiutarsi e condannare tutta la sua famiglia, non puo far altro che combattere per la propria vita e per quella dei suoi cari, un destino beffardo per chi dalla sicurezza di una vita agiata aveva deciso di ignorare la follia che si nascondeva dietro il giorno dell’epurazione.

 

Rhys Wakefield

La notte del giudizio (2013): Rhys Wakefield

 

Il plot di DeMonaco non è esente da difetti, prevedibili alcune svolte narrative e scontata la rappresentazioni di alcuni personaggi, soprattutto nella banda di invasati aggressori non ci sono figure degne di particolare nota, il leader interpretato da Rhys Wakefield è un villain decisamente stereotipato, gli altri membri mascherati sono semplice carne da macello, buoni per girare quelle due o tre sequenze action che comunque lasciano un segno importante.

Anche se trattato in modo sbrigativo e semplicistico convince il conflitto morale generato all’interno della famiglia Sandin, la progressiva metamorfosi del capofamiglia, le convinzioni della moglie (splendida Lena Headey), lo straniamento del giovane figlio Zack e della piu grande Zoey (Adelaide Kane), entrambi lontani da quel mondo assurdo che gli viene imposto e che trasforma l’uomo in bestia.

The Purge pur contando su uno spunto narrativo solido che genera riflessioni politico/sociali sulle quali riflettere resta prima di tutto un film di puro intrattenimento, DeMonaco ne è consapevole e nella seconda parte si lascia andare in una apocalisse notturna di sangue e violenza, la sua regia è funzionale al racconto, diretta e senza fronzoli, solida come un colpo di ascia ben piazzato, tanto gli basta per portare a termine la pellicola in modo convincente, pur scivolando su un finale troppo prevedibile.

Primo capitolo di quella che per ora è una trilogia, le basi per svilupparla al meglio non mancano, tutto sta a vedere se DeMonaco ne è stato capace.

Voto: 7.5

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