Regia di Nils Gaup vedi scheda film
L'arciere di ghiaccio narra una leggenda lappone che ha circa mille anni.
Ma non li dimostra.
In una terra nascosta perennemente dai ghiacci artici ci racconta sia del classico homo homini lupus sia del concetto di fratellanza che si può instaurare tra popoli diversi,
E' vero che il giovane protagonista, Aigin, a cui hanno sterminato la famiglia non è di un'etnia diversa rispetto alla gente del villaggio vicino che ha la ventura di soccorrerlo ma è anche vero che a quell'epoca ogni villaggio faceva Stato, un'entità impermeabilizzata agli arrivi esterni.
Aigin trova sia coloro che sono impauriti per il suo arrivo e che vogliono scacciarlo ritenendolo foriero dell'arrivo dei predoni Tsjudje (di nero vestiti, sanguinari assassini nomadi solo per il gusto di far risuonare l'eco delle proprie gesta) ma trova anche il sostegno morale della guida spirituale del villaggio che gli parla di fratellanza.
E come chiamare altrimenti il suo gesto di sacrificio?
Aigin saprà trovare il modo di assaporare la sua raffinata vendetta contro chi gli ha troncato senza pietà tutti gli affetti.
L'arciere di ghiaccio vive del silenzio della Lapponia innevata, del sibilare del vento, dei rumori della natura,del sapore delle antiche usanze, della lotta dell'uomo per "colonizzare" una terra così inospitale, aliena a qualsiasi tentativo di contaminazione esterna.
Girato in lingua lappone con attori lapponi( sono norvegesi solo coloro che interpretano i predoni Tsjudje)è il primo film svedese girato in 70 mm per rendere ancora più maestosi i favolosi esterni naturali.
Candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 1988,
è stato inopinatamente rifatto nell'hollywoodiano Pathfinder del tedesco Marcus Nispel, mostro digitalizzato ricostruito in studio che non ha nemmeno un'unghia del fascino di questa piccola produzione.
Una nota di merito per il giovane Mikkel Gaup,eroe molto umano e con uno sguardo che letteralmente buca lo schermo.
Nils Gaup non si è più ripetuto a questi livelli,complice anche una trasferta americana che ha dato risultati artistici infelici.
il film è breve ,stringato con ritmo elevato e fa assaporare tutta l'inospitalità di quella terra nascosta sotto il ghiaccio.
uno sguardo che buca letteralmente lo schermo
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta