Regia di Spike Jonze vedi scheda film
La rosa virtuale ha lo stesso odore, ma anche le stesse spine, di quella reale. Film intelligente, però pesantuccio, sostenuto da una notevole interpretazione di Phoenix e da un cast femminile di grande fascino.
La forza della pellicola sta nella misura con cui viene sviluppato uno spunto di partenza che avrebbe rischiato il ridicolo se fosse finito in mani meno esperte di quelle di Spike Jonze, che già si era ben destreggiato coi copioni caratterizzati dal paradosso e dall'astrazione in "Essere John Malkovitch". "Lei" diviene così una intelligente esplorazione di quanto il mondo virtuale possa incidere sulle nostre esistenze anche da un punto di vista spirituale, ma soprattutto un'odissea interiore non tanto nella "Città delle donne" quanto nell'essenza della relazione amorosa, che il protagonista riesce a comprendere sino in fondo, maturando e accettando la sofferenza e le responsabilità che inevitabilmente ogni coinvolgimento emotivo porta con sè insieme alle gioie, proprio grazie al singolare legame che instaura con l'OS Samantha. Joaquin Phoenix se la cava assai bene in un ruolo che lo mette al centro di ogni scena, molto spesso in solitudine; a ispirarlo le muse che gli girano attorno: le belle e brave Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde. Gli anglofoni potranno poi apprezzare, nella versione in lingua originale, l'interpretazione di Scarlett Johansson, che presta la voce all'intelligenza artificiale. Con maggiore ritmo e una durata inferiore il risultato del film sarebbe stato ancor più valido. Voto 7.
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