Regia di Spike Jonze vedi scheda film
Theodore (Joaquin Phoenix) è un tipo solitario: tanti amici poco influenti ed una ex-fidanzata che gli ha lasciato un tremendo vuoto dentro. Un giorno decide per gioco di acquistare un rivoluzionario software che crea un assistente personale. Theodore, ovviamente, lo configura con le fattezze femminili. E finisce per innamorarsene.
Spike Jonze è il regista delle storie non scontate. Il suo cinema non ama le ovvietà, ne rimane ostinatamente a distanza. La vita reale sembra troppo banale per Jonze, che in tutte le sue opere crea un diversivo tale da ipotizzare mondi immaginari. Pur rimanendo aderente al reale. Così come nel suo “Il ladro di orchidee” la realtà è verosimile, ma caratterizzata da variabili configurate in modo inusuale, tanto da scardinare le profonde convinzioni della nostra esistenza quotidiana, scuotendone le fondamenta. In “Lei” è talmente consolidato il concetto per cui ogni rapporto debba concretizzarsi nella relazione tra due corpi, che vedere Phoenix amoreggiare solo platonicamente, senza dunque possedere carnalmente un corpo, fa uno strano effetto.
Si potrebbe dire che il cinema di Jonze insinua dei dubbi. Esce dalla realtà. Quando lo fa troppo, come in “Nel paese delle creature selvagge” rischia di virare nel fantasy. E a quel punto l’opera si apprezza soltanto per l’alto grado di visionarietà. Quando invece, come in quest’opera, il regista rimane aderente al mondo reale, le sue idee originali finiscono per creare partecipazione e invitano alla riflessione.
In “Lei” i dubbi insinuati riguardano il potere dell’immagine, il valore della coppia moderna, la tecnologia come sistema esclusivamente meccanico, ma soprattutto riguardano banalmente il rapporto tra sesso e amore. In particolare su quest’ultima dicotomia, Jonze inverte i poli e si chiede: può esistere amore senza sesso?
Il messaggio che traspare da una sceneggiatura straordinaria (e mai banale come sempre nei film di Jonze) è che una grande anima non ha bisogno di alcun corpo. Il corpo è un involucro dal valore relativo. Un messaggio, per chi vuole capirlo, che assomiglia ad un grande inno all’amore cosmico, senza distinzioni di nessun genere: se togli il corpo non è possibile distinguere il sesso, la disabilità, la religione, il colore della pelle.
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